Monitor

Monitor (18)

Il Presidente dell’Agenzia nella presentazione illustra le motivazioni che hanno condotto a questo nuovo numero di Monitor, in primis ripensare l’organizzazione del SSN a livello territoriale, anche attraverso l’attivazione di strumenti di sanità digitale. Le nuove tecnologie possono svolgere un’importante funzione catalizzatrice, per gestire le criticità legate alla pandemia e per la presa in carico dei pazienti, in modo equo e uniforme su tutto il territorio nazionale. Nel suo contributo il prof. Coscioni ripercorre i principali interventi normativi e i provvedimenti, che hanno avuto la finalità di organizzare i servizi digitali a supporto degli enti del SSN, come l’Accordo Stato-Regioni “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina” del 27 ottobre 2020, allegato a questo numero di Monitor.

Nell’Editoriale il Direttore Generale dell’Agenzia si sofferma sull’impatto del mondo digitale nel futuro della governance in sanità. Per farlo, si avvale di alcuni contributi scientifici che introducono e approfondiscono la Telemedicina e l’Intelligenza artificiale, termini ormai entrati nel linguaggio comune già da diversi anni, ma diventati il centro dell’interesse degli stakeholder del Servizio sanitario nazionale, all’indomani dell’emergenza dovuta alla diffusione del Covid-19. Nel contributo trova spazio anche una sintetica descrizione delle attività dell’Agenzia in merito all’applicazione del PNRR che, quale tramite per il Ministero della salute, monitorerà l’attuazione degli interventi relativi alla Missione 6 - Componente 1 e dunque delle importanti novità per la presa in carico dei pazienti sul territorio grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie.

Gli autori ripercorrono le tappe e le definizioni principali del concetto di Telemedicina, disciplina in continua evoluzione, che da una parte incorpora i progressi della tecnologia e dall’altra si adatta ai bisogni sanitari della società. Il termine telemedicina nasce nel 1970 e da allora si è evoluto, fino a fondersi con il concetto di e-health, che non indica solo lo sviluppo tecnologico della comunicazione, ma anche un modo nuovo di pensare la medicina volto a migliorare la sanità. In Italia l’emergenza pandemica ha accelerato i tempi di evoluzione del digital health e ha portato a definire, per la prima volta, ruoli e responsabilità di tutti gli attori coinvolti nella telemedicina, con precise Indicazioni nazionali, da adottare in modo omogeneo su tutto il territorio. Il contributo si conclude con una riflessione sugli scenari futuri e sulle opportunità offerte dalla medicina digitale, per aumentare l’efficienza e la qualità delle cure, aiutando nello stesso tempo a ridurne o a mantenerne sotto controllo i costi.

L’autrice introduce il lettore nel mondo degli algoritmi computazionali e della loro capacità di apprendere dai dati, cosicché gli algoritmi stessi possano eseguire compiti automatici senza intervento umano, la cosiddetta “intelligenza artificiale” (IA). L’obiettivo è fornire utili supporti per promuovere, prevenire e gestire i problemi di salute pubblica. L’IA è infatti in grado di offrire a coloro che gestiscono i servizi sanitari, spiega la dott.ssa Paolotti, enormi miglioramenti per quanto riguarda la gestione del paziente, la diagnostica, l’ottimizzazione di trattamenti, gli studi epidemiologici, il supporto a piani di preparazione pandemia, l’allocazione di risorse o le attività decisionali.

Le riflessioni dell’autore sui vantaggi e le criticità della tecnologia digitale in medicina prendono spunto dal lavoro di un’importante Commissione, promossa da due noti media internazionali quali Lancet e Financial Times, sul “Governo del futuro della salute 2030: crescere in un mondo digitale”. Secondo il dott. Anelli le prospettive dell’innovazione tecnologica sono molto promettenti, come l’abbandono della ricetta cartacea, i progressi nella cardiologia e nel teleconsulto. Tuttavia, prosegue il Presidente FNOMCEO citando la Commissione, le trasformazioni digitali non offriranno benefici per la salute senza un allineamento complessivo, non solo di tutti gli attori del Sistema sanitario, ma di tutti i molteplici ambiti in cui si eroga, si monitora e si valuta l’assistenza al cittadino. L’autore sottolinea l’importanza della governance delle tecnologie digitali affinché tutelino l’autonomia del professionista e la libertà di scelta del paziente, aumentando la prossimità del servizio sanitario nei confronti dei cittadini e, soprattutto, incrementando la fiducia di questi ultimi nel sistema sanitario.

Dopo un’introduzione a cura del Dottor Borgia sui vantaggi delle applicazioni nella Telemedicina, sono descritte tre esperienze maturate nel periodo pandemico, che indicano percorsi validi per la diffusione di tale approccio:
- la telemedicina in Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento;
- la Centrale operativa regionale di telemedicina delle cronicità e delle reti cliniche – COReHealth della Regione Puglia;
- il Progetto TELPASS per una rete interregionale sulle cure palliative pediatriche tra l’Asp di Potenza e l’Aorn Santobono-Pausilipon.

L’autrice passa in rassegna indagini e report, che hanno ben raccontato l’evoluzione degli strumenti digitali in medicina e del loro utilizzo da parte dei professionisti sanitari. Significativa la mappatura delle esperienze di telemedicina sul territorio nazionale, a cura del Ministero della salute, in età pre-pandemica, che illustra progetti e soluzioni di digital health, da cui, si rileva, per esempio, come l’ambito di applicazione preferenziale sia stato la specialistica ambulatoriale con sistemi gestiti dalle aziende sanitarie. La dott.ssa Medolla cita, inoltre, il quarto Istant Report #4 COVID-19 ALTEMS, mettendo in evidenza come le soluzioni digitali siano state adottate in principio per la gestione dei pazienti affetti da COVID-19, ma la metodica è stata implementata in maniera esponenziale e maggioritaria per il follow-up dei pazienti affetti da malattia cronica. Interessante anche l’analisi dello studio realizzato dalla FIMMG sull’utilizzo degli strumenti digitali da parte dei medici di medicina generale.

Gli autori spiegano come l’evoluzione delle diagnostiche radiologiche non sono più fisicamente limitate alle sale, che costituiscono una sezione di radiologia, ma si espandono virtualmente a chilometri di distanza: sarebbe, quindi, possibile implementare in telegestione sia i servizi di diagnostica tradizionale (esami scheletrici e del torace), sia le sezioni di tomografia computerizzata e di risonanza magnetica. A fronte di un’organizzazione in teleradiologia che stenta a diffondersi, si mette in luce come sia iniziata, anche in campo radiologico, l’era dell’intelligenza artificiale, i cui cambiamenti organizzativi e lavorativi che l’IA apporterà saranno sostanziali. Le riflessioni degli autori sulle sue potenzialità proseguono interrogandosi, al tempo stesso, sugli aspetti etici e formativi e sulla complessità di quelli legali.

Gli autori dedicano questo spazio della rivista al Progetto PonGov Cronicità, finanziato dal Fondo sociale europeo, realizzato dal Ministero della salute e affidato all’Agenas per il coordinamento scientifico. L’obiettivo primario del PonGov è la promulgazione di buone pratiche facilmente trasferibili per la gestione integrata, proattiva, sostenibile e soprattutto innovativa della cronicità, a supporto delle Amministrazioni e delle Regioni e Province autonome. Tre i principali ambiti di intervento, sui quali è stata definita una cassetta degli attrezzi, che promuove una comunità di pratica multi-profilo e multidisciplinare: i processi di presa in carico e PDTA dei pazienti, l’implementazione dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina. Il contributo contiene inoltre gli ultimi aggiornamenti, alla luce del nuovo PNRR (Missione 6 Componente 1) sulla ripartizione regionale delle Case della Comunità, delle Centrali Operative Territoriali, dell’Ospedale di Comunità, da realizzare con fondo recovery, che si riferiscono allo schema di Decreto del Ministero della salute del 26 novembre 2021.

Gli autori mettono in evidenza come le ricerche condotte da Agenas negli ultimi anni sulla condivisione di indicazioni di appropriatezza e priorità per la richiesta di prestazioni specialistiche ambulatoriali, sotto forma di “parole chiave” cliniche, possono essere la base di avvio di un processo innovativo, che permette all’area delle cure primarie di sviluppare la grande potenzialità data dal confronto continuativo con l’area specialistica. L’Agenzia sta inoltre mettendo a disposizione di Regioni e Province Autonome le indicazioni cliniche, concordate con le società scientifiche, su supporto elettronico, per rendere facilmente fruibili le informazioni nell’attività clinica quotidiana e favorirne la diffusione nelle cartelle cliniche informatizzate di medici di famiglia e specialisti. Le esperienze e gli studi che ne conseguiranno potranno dare l’avvio, grazie all’ausilio di strumenti informatici avanzati, all’analisi di sintassi e semantica dei quesiti diagnostici che, con il supporto delle società scientifiche e delle istituzioni centrali e regionali, oltre che con i rappresentanti dei cittadini, potranno permettere il costante miglioramento delle indicazioni cliniche.

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