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L'autore nel suo contributo ricorda come anche le tecnologie migliori possono innescare processi che portano con sé conseguenze inattese e introduce ed approfondisce il concetto di deskilling, ovvero la perdita di certe abilità, e il venir meno di un saper fare, perché la pratica cambia e si acquisisce un nuovo saper fare. Per Cabitza è fondamentale comprendere cosa guadagniamo e cosa perdiamo, in nome dell’efficientamento e della standardizzazione, con l’introduzione delle nuove tecniche e per farlo suggerisce l’applicazione del “principio di precauzione”, incentrato nella cruciale ricerca delle evidenze nel senso di prove di significativo potenziamento o, all’opposto, di depotenziamento indotto dalle nuove tecnologie rispetto a tutte quelle caratteristiche della pratica e del ragionamento medico fin qui adoperate.

Il contributo permette ai lettori di avere una panoramica di quelle che sono state le esperienze pratiche e le ricadute sul territorio della telemedicina considerata quest’ultima quale strumento per garantire l’equità di accesso all’assistenza sanitaria in tutte le aree del Paese, a partire da quelle disagiate. L’autore effettua un’approfondita analisi degli studi e delle ricerche effettuate sulla Telemedicina e in modo particolare della ricognizione effettuata dal Ministero, per poi offrire alcune proposte di implementazione del sistema che vanno in una duplice direzione: adottare dei “Livelli essenziale di assistenza digitale” (Lead) e prevedere all’interno del Nuovo sistema di garanzia dei LEA specifici indicatori di misurazione-valutazione dei Lead stessi.

L’autore percorre un excursus rispetto alla formazione nel settore della salute con particolare attenzione per le cosiddette competenze digitali. Per farlo, si avvale dell’Accordo del 2 febbraio 2017 tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano che hanno approvato il documento “La formazione continua nel settore Salute”, nonché del Manuale di accreditamento per (ECM) dei Provider che prevede 38 obiettivi formativi suddivisi in tre aree: tecnico-professionali; di processo e di sistema. Nel contributo si evidenzia come in tutte e tre le aree formative sono riscontrabili processi formativi che vanno nella direzione di una maggiore “consapevolezza digitale” per gli operatori del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Di Falco nelle sue conclusioni riporta come il settore della formazione nel Ssn sia al centro di un profondo rinnovamento, che riguarda sia i provider e la sfida di integrazione delle diverse modalità con le quali vengono somministrate le attività formative, sia gli operatori del settore, con l’obiettivo di considerare la formazione sempre più un investimento e sempre meno un mero adempimento burocratico.

Accordo Stato-Regioni, ai sensi dell’articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sul documento recante “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”.
Repertorio atti n. 215/CSR del 17 dicembre 2020.

 

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