Ha più o meno gli stessi anni del Servizio sanitario nazionale. Parliamo del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva che celebra quest’anno i suoi 35 anni, con una campagna itinerante intitolata “Sono Malato anch’io. La mia salute è un bene di tutti”.

Ma 35 anni sono anche un’occasione per ripercorrere le tante conquiste raggiunte e per rilanciare nuove sfide al Servizio sanitario nazionale, sintetizzate, lo scorso 13 giugno, dal coordinatore nazionale, Tonino Aceti, in piazza del Campidoglio, la stessa in cui nel 1980 fu proclamata la Carta dei 33 diritti del malato.

Un documento storico che ha sancito il diritto a non dover dare mance per ricevere un servizio o un posto letto; il diritto dei bambini degenti ad essere assistiti senza limitazioni di tempo, soprattutto da parte dei genitori; il diritto dei pazienti ad usufruire di lenzuola, federe, cuscini, coperte, posate, sedie a rotelle, forniti dall’amministrazione ospedaliera; il diritto ad ottenere cibo di buona qualità e servizi igienici puliti e a pasti di buona qualità, tanto per citarne alcuni.

Troppi i risultati ottenuti da Tdm per poter essere elencati tutti, ma non si possono non menzionare le battaglie per l’approvazione della Legge 38/2010 sulla terapia del dolore e le cure palliative, con la quale si è riconosciuto che “non soffrire è un diritto di tutti”; l’audit civico, una metodologia di valutazione dei servizi sanitari in cui i cittadini hanno un ruolo diretto, e che è stato riconosciuto dal Ministero della salute e dall’Agenas; la 210/92 che ha riconosciuto il diritto all’indennizzo per le persone che avevano contratto malattie in seguito a trasfusioni da sangue infetto; le battaglie per la lotta alle liste di attesa e il diritto ad ottenere prestazioni in intramoenia, senza costi aggiuntivi per i cittadini, quando i tempi sono troppo lunghi.

Pensando al presente, il Tribunale per i diritti del malato chiede che la crisi economica non sia l’alibi per soffocare diritti e Servizio sanitario pubblico e lancia un appello al Governo: l’abrogazione del super ticket di 10 euro sulla ricetta.

«La realtà dei cittadini di oggi è che hanno spesso bisogno di compensare di tasca propria per ottenere i servizi: costi privati crescenti e ticket che spesso rendono più conveniente rivolgersi al privato, creando un danno al Ssn e minandone ancora una volta la sua esistenza e sostenibilità - ha dichiarato Aceti - Quasi un quarto dei cittadini, secondo i dati del Rapporto PIT Salute 2014 del TDM-Cittadinanzattiva, ha difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie, e questa percentuale nel 2013 (23,7%) è cresciuta del + 2,7% rispetto al 2009 (21%) e di ben il 5,3% rispetto al 2012. È quanto emerge dalle oltre 24 mila segnalazioni che ogni anno giungono al nostro servizio di consulenza, tutela e informazione PIT Salute e alle sedi territoriali del Tribunale per i diritti del malato».

«Ad allontanare sempre più i cittadini dalle cure e dalla sanità pubblica sono le liste di attesa (problema segnalato dal 58,5%) e i ticket, visto che quasi un terzo dei cittadini (31,4%) nel 2013 ne ha lamentato il peso eccessivo (+21% rispetto al 2012) - ha incalzato Aceti -. Sui tempi di attesa, basta segnalare che per una mammografia nel 2013 si attendeva in media 14 mesi, contro i 13 mesi del 2012 e gli 11 mesi del 2011; per una colonscopia si è passati dagli 8 mesi di attesa nel 2011 ai 9 mesi del 2012 agli 11 mesi del 2013; tempi di attesa quasi raddoppiati per l’ecodoppler, dai 6 del 2011 ai 10 del 2013».

E guardando al futuro, l’organizzazione indica quelli che - a suo avviso - sono gli assi portanti su cui fondare la riorganizzazione e ammodernamento del Ssn:

  • servizi: devono essere garantiti tutti (e solo) i servizi necessari ed essenziali (i Lea) per soddisfare le esigenze di salute dei cittadini, garantendo qualità e accessibilità universale e tempestiva, secondo principi di appropriatezza, efficienza ed efficacia che evitino sprechi e ridondanze intollerabili da un punto di vista etico prima che economico.
  • bisogni: il Ssn deve essere centrato sui bisogni di salute e assistenza dei cittadini che cambiano in un’ottica non solo individuale, ma di comunità.
  • risorse: non sono solo quelle economiche, ma anche il patrimonio strutturale, il parco tecnologico, la ricerca, i sistemi informativi, e soprattutto le risorse umane e professionali necessarie per garantire servizi.

 

 

 

 

 

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