Assenza di un efficace sistema di governance per la sicurezza dei punti nascita, mancata attuazione del protocollo relativo al trasporto neonatale in emergenza, gravi disfunzioni nelle comunicazioni tra il 118 e le strutture contattate, e ancora inadeguata formazione del personale sanitario della Casa Gibino di Catania. Sono le principali criticità rilevate dalla task force, composta da ispettori del Ministero, da rappresentanti dell’Agenas e dai carabinieri dei NAS, inviata dal Ministero della Salute a Catania ed illustrate dal Ministro Lorenzin, durante il question time alla Camera dei Deputati sulla neonata morta lo scorso 12 febbraio, mentre veniva trasportata nel reparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale di Ragusa, per indisponibilità di posti nelle trestrutture sanitarie catanesi.
Un question time appassionato e seguitissimo dentro e fuori Montecitorio, durante il quale il Ministro della Salute si è soffermata sulle diverse criticità riscontrate. A cominciare dalla mancata attuazione del protocollo relativo al trasporto neonatale di emergenza, «se ci fosse stato un trasporto neonatale, come doveva essere per norma, almeno avremmo fatto tutto quello che era previsto per dare una tempestiva assistenza ed è quello che i cittadini si aspettano dal Servizio sanitario nazionale: non che si facciano miracoli ma che si faccia appropriatamente un percorso di cura».
Altra causa di inefficienza è stata individuata nell’inappropriatezza, considerato che il numero di posti letto nelle unità di terapia intensiva di neonatologia (UTIN) in Sicilia sono 114, numero ben superiore a quello fissato a livello nazionale pari a 80, ma, come ha evidenziato Lorenzin, «non è di per sé solo importante il numero dei posti letto nelle UTIN, ma l’utilizzo appropriato degli stessi e il funzionamento della rete dell’urgenza neonatale di primo e di secondo livello. Dalle prime verifiche effettuate dalla task force ministeriale è emerso, per esempio, che nell’UTIN di Siracusa era presente una culla aggiuntiva con un neonato che era stato spostato lì dall’unità operativa di patologia neonatale, saturo a causa di un’epidemia di bronchiolite».
Riguardo all’inefficienza del sistema di governance per la sicurezza dei punti nascita nella regione Sicilia, il Ministro ha affermato che «non risultano in grado di fronteggiare quelle situazioni di emergenza che sono tali da imporre il trasferimento del neonato in una struttura di secondo livello (UTIN).
Forte, poi, il monito contro la permanenza dei punti nascita al di sotto dei 500 parti l’anno che il Ministro ha definito «inaccettabili, lo dico, sono inaccettabili in Sicilia e sono inaccettabili in ogni punto del territorio nazionale, perché sotto i 500 parti l’anno un punto nascita è pericoloso, per la madre e per il bambino. Questa deve essere una cosa chiara a tutti!».