Una boccata d’ossigeno e un sospiro di sollievo per il personale precario degli enti del Servizio sanitario nazionale, il Dpcm sui precari, attuativo dell'articolo 4, comma 10, del decreto legge 31 agosto 2013 n. 101 "Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni”, ha finalmente ottenuto il via libera della Conferenza Stato Regioni.

Ma vediamo nel dettaglio che cosa prevede il provvedimento: a) procedure di reclutamento speciale transitorie che potranno essere espletate, dopo la modifica apportata dalle Regioni, entro il 2018 e non più entro il 2016, destinate al personale in possesso di contratto di lavoro a tempo determinato in misura non superiore al 50 per cento delle risorse finanziarie disponibili per assunzioni a tempo indeterminato; b) procedure di reclutamento speciale per LSU e LPU (Lavori socialmente utili); c) la proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato; d) la possibilità di partecipare alle procedure in questione per il personale dedicato alla ricerca in sanità e per il personale medico in servizio presso il Pronto soccorso delle aziende sanitarie locali, con almeno 5 anni di prestazione continuativa, ancorché non in possesso della specializzazione.

Per il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin: «è stato fatto un primo passo fondamentale per dare risposte a lavoratori che hanno dato tanto al Servizio sanitario nazionale in termini di competenza e impegno e che da anni attendono di essere stabilizzati. Siamo consapevoli che molto resta da fare, ma dobbiamo considerarlo l'inizio di un percorso sul quale continuare a lavorare per cogliere l'obiettivo di azzerare le sacche di precariato presenti nelle aziende ospedaliere italiane».

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