Qualità, accessibilità e sicurezza: tre voci decisive per la sanità che sono state penalizzate dai tagli imposti dalle ripetute manovre e dalle misure previste dalla spending review. Ben il 45,3% delle segnalazioni di cittadini giunte al Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva nel 2013, infatti, è relativo a tempi di attesa molto lunghi e a rinvii di attività programmate a causa di mancanza di protesi, by pass, frese, fili per suture, farmaci; e ancora, macchinari rotti da lungo tempo, personale insufficiente e sale operatorie inagibili o indisponibili.
Le stesse problematiche sono state confermate da un sondaggio condotto su un campione di 1.438 operatori della salute appartenenti a 15 Organizzazioni di professionisti. È quanto emerso da un’indagine realizzata sempre dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva con il contributo di Assobiomedica. Il 72% dei professionisti sottolinea che è in atto una vera e propria riduzione della qualità dei servizi; il 65,3% rileva un forte aumento dei tempi di attesa e il 61,7%, un marcato aumento dei rischi per la sicurezza.
In particolare, l’81% del campione intervistato conferma che i tagli previsti dai diversi provvedimenti impattano molto sul proprio operato quotidiano; le figure maggiormente colpite sono infermieri, chirurghi e medici di laboratorio. Per il 70,5% dei professionisti i tagli hanno inciso molto sulla diagnostica per immagini, diagnostica di laboratorio e prestazioni interventistiche, in termini di appropriatezza, approvvigionamento e qualità del dispositivo medico.
Razionalizzazione o razionamento? Per Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato non ci sono dubbi: “Si è deciso di far quadrare i conti sacrificando qualità, sicurezza e accessibilità alle cure. È necessario invertire subito la rotta, e il primo banco di prova è la Legge di Stabilità 2015 - ha dichiarato - La prossima scadenza per le Regioni è la fine di gennaio 2015: nel caso in cui queste non individuino le spese da aggredire con un proprio piano potrà intervenire il Governo, imponendo di nuovo tagli orizzontali al FSN. Chiediamo sin da ora che in caso di inadempienza delle Regioni, il Ministero della Salute e l'Agenas, coinvolgendo anche le associazioni di cittadini e pazienti, si facciano garanti di una operazione che, a servizi invariati, permetta il recupero dei 4 miliardi”. E ha elencato infine le 10 proposte civiche per recuperare risorse in sanità a “reale” invarianza di servizi.
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