Nel 2013 la spesa pubblica in sanità è diminuita, per la prima volta in quasi 20 anni, sia in termini assoluti (i 112,6 miliardi spesi rappresentano una riduzione dell’1,2% rispetto al 2012), sia in rapporto al PIL (passando dal 7,3% al 7,2%). Il disavanzo si è ridotto a circa l’1% della spesa corrente e anzi, se si contabilizzano le addizionali IRPEF incassate nell’anno successivo al ripiano del deficit dell’anno precedente, si può addirittura contabilizzare un avanzo di 518 milioni nel 2012 e di 811 milioni nel 2013. Questo il quadro che emerge dal Rapporto Oasi 2014 di Cergas e SDA Bocconi con la collaborazione di Bayer, che mette in evidenza anche la strada che rimane da fare. “Le aziende sanitarie - affermano i curatori del Rapporto - hanno compiuto un piccolo miracolo: pareggio di bilancio e assenza di incremento di spesa da 5 anni, con una sostanziale tenuta del sistema nonostante l’invecchiamento della popolazione, il peggioramento epidemiologico, nuove tecnologie e l’incremento della povertà. Il sistema è ora pienamente sostenibile. Dalla fase di rapido contenimento della spesa prevalentemente con logiche input based dobbiamo ora riorganizzare i servizi, allineandoli all’epidemiologia emergente: è un lavoro di medio periodo, ora possibile, solo perché abbiamo messo a posto i conti. Questa è la sfida che attende il SSN e le aziende sanitarie devono giocare un ruolo centrale”.
Un miglioramento dei conti non privo di costi, anche in termini di qualità, efficienza, sicurezza ed equità. Il Sistema sanitario nazionale ha visto ridursi le spese per il personale di circa l’1,5% l’anno negli ultimi tre anni, a causa della mancata sostituzione di chi va in pensione, del blocco degli stipendi e dell’esternalizzazione di molte attività alle cooperative sociali.
Nelle Regioni tirreniche soggette a Piano di rientro (Lazio, Campania, Calabria e Sicilia) il personale a tempo indeterminato si è ridotto del 15% dal 2006 al 2012 e quello a tempo determinato o interinale del 27%.
La dinamica della spesa farmaceutica convenzionata è stata ancora più marcata: è diminuita del 7,6% l’anno negli ultimi tre anni. Il contenimento della spesa è avvenuto anche attraverso forme di razionamento quali le liste di attesa o i tetti sui volumi di prestazioni erogabili dai privati accreditati.
Il Rapporto evidenzia inoltre che si è notevolmente ridotta la capacità di investimento del Sistema sanitario nazionale che oggi è pari al 5% della spesa corrente.
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