Negli ultimi anni PNE ha incrementato costantemente il numero di indicatori, valutati e selezionati. In particolare sono aumentati nell’area angiologica, ortopedica e pediatrica, passando da 146 nel 2015, a 166 nel 2017, fino a 175 nel 2018 (70 di esito e processo*, 75 volumi di attività e 30 indicatori di ospedalizzazione). Scarica qui l'elenco completo degli indicatori PNE (Excel).
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Esito e Processo*
| PNE si concentra su interventi sanitari di provata efficacia che dovrebbero essere offerti a tutta la popolazione in condizione di equità. Risultati degli indicatori di esito/processo più rappresentativi |
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Frattura del collo del femore entro 2 giorni -
Descrizione dell'indicatore Standard minimo Risultati nazionali 2016 (su dati 2015) Risultati nazionali 2017 (su dati 2016) Andamento nazionale (su dati 2010 - 2016) Frattura del collo del femore entro 2 giorni: garantire un intervento chirurgico tempestivo entro due giorni per la frattura del collo del femore ai soggetti sopra i 65 anni costituisce un evidente beneficio di salute e anche un vantaggio in termini di risorse impiegate. Benefici: migliori outcome funzionali; minore durata del dolore; minori complicanze post-operatorie; riduzione mortalità Il Regolamento del Ministero della Salute (DM 70) fissa al 60% la proporzione minima per struttura di interventi chirurgici entro le 48 ore per pazienti con frattura di femore sopra i 65 anni. Lo standard internazionale atteso è superiore all’80%. 55% di interventi entro due giorni su pazienti › 65 anni con elevata variabilità inter e intra-region.: da 0,8% a 93%
28.000 pazienti hanno beneficiato dell’intervento tempestivo
200.000 giornate di degenza risparmiate58% di interventi entro due giorni su pazienti › 65 anni con elevata variabilità inter e intra-regionale: 3% al 97%
32.000 pazienti hanno beneficiato dell’intervento tempestivoDa 31% del 2010 a 58% del 2016 di interventi entro due giorni su pazienti sopra i 65 anni
112.000 pazienti hanno beneficiato dell’intervento tempestivo
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Taglio Cesareo -
Descrizione dell'indicatore Standard minimo Risultati nazionali 2016 (su dati 2015) Risultati nazionali 2017 (su dati 2016) Andamento nazionale (su dati 2010 - 2016) Taglio cesareo: il parto cesareo rispetto a quello naturale comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino e dovrebbe essere effettuato solo in presenza di indicazioni specifiche. L’Italia è uno dei Paesi europei con il numero più alto di tagli cesarei annui. Il Regolamento del Ministero della Salute (DM 70) fissa al 25% la quota massima di cesarei primari per i punti nascita con più di 1.000 parti e al 15% per quelli con meno di 1.000 25% di tagli cesarei effettuati
12.000 donne a cui è stato evitato un cesareo primario
Elevata variabilità inter e intra-regionale: da 5% a 93%24,5% di tagli cesarei effettuati
13.500 donne a cui è stato evitato un cesareo primario
Elevata variabilità inter e intra regionale: da 6% a 92%Da 29% di tagli cesarei effettuati nel 2010 al 24,5% nel 2016
58.500 donne a cui è stato evitato un cesareo primario
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Ospedalizzazione
| PNE misura indirettamente la qualità delle cure territoriali, individuando le ASL nelle quali si osservano eccessi di ospedalizzazioni potenzialmente evitabili grazie alla corretta presa in carico del paziente a livello territoriale. Risultati degli indicatori di ospedalizzazione più rappresentativi. |
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Ospedalizzazione per intervento di tonsillectomia -
Descrizione dell'indicatore Risultati nazionali 2016 (su dati 2015) Risultati nazionali 2017 (su dati 2016) Andamento nazionale (su dati 2010 - 2016) Ospedalizzazione per intervento di tonsillectomia: Le linee guida nazionali e internazionali concordano nell’indicare la necessità di limitare tale intervento. Elevati tassi di ospedalizzazione per tonsillectomia suggeriscono la possibile presenza di casi trattati chirurgicamente senza una chiara indicazione al trattamento chirurgico. 2,3 ‰ tasso di ospedalizzazione
5.286 (manca il dato) bambini a cui è stato risparmiato un intervento ad alto rischio di inappropriatezza
Elevata variabilità inter e intra-regionale2,15 ‰ tasso di ospedalizzazione
6.400 bambini a cui è stato risparmiato un intervento ad alto rischio di inappropriatezza
Elevata variabilità inter e intra-regionaleDa 2,8‰ del 2010 a 2,15 ‰ del 2016 (tasso di ospedalizzazione)
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Ospedalizzazione per broncopneumopatia cronico ostruttiva BPCO -
Descrizione dell'indicatore Risultati nazionali 2015 (su dati 2014) Risultati nazionali 2016 (su dati 2015) Andamento nazionale(su dati 2010 - 2015) Ospedalizzazione in regime ordinario per broncopneumopatia cronico ostruttiva BPCO” misura le ospedalizzazioni per BPCO e non valuta la qualità dell’assistenza ospedaliera ma la capacità dell’assistenza territoriale di gestire adeguatamente la BPCO evitando l’evoluzione verso livelli di gravità maggiori e la conseguente necessità di ricorrere alle ospedalizzazioni per riacutizzazioni, insufficienza respiratoria e, nei casi più gravi, alla chirurgia polmonare 2,12 ‰ tasso di ospedalizzazione
16.000 ospedalizzazioni evitate
Discreta variabilità inter e intra-regionale1,9 ‰ tasso di ospedalizzazione
24.000 ospedalizzazioni evitate
Discreta variabilità inter e intra-regionaleDa 2,5‰ del 2010 a 1,9 ‰ del 2016 (tasso di ospedalizzazione)
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Volumi di attività
| PNE riporta il numero annuo di prestazioni per un dato intervento, per il quale l'associazione tra volumi di attività e migliori esiti delle cure sia stata dimostrata in letteratura. Risultati degli indicatori di volumi di attività più rappresentativi. |
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Parti -
Descrizione dell'indicatore Standard minimo Risultati nazionali 2016 (su dati 2015) Risultati nazionali 2017 (su dati 2016) Andamento nazionale (su dati 2010 - 2016) Parti: I volumi di attività rappresentano una delle caratteristiche misurabili che possono avere un rilevante impatto sull’efficacia degli interventi e sull’esito delle cure. Le evidenze scientifiche sull’associazione tra volumi di parti ed esiti di salute materno-infantile mostrano un’associazione tra bassi volumi ed esiti sfavorevoli. Il Regolamento Il Regolamento del Ministero della Salute (DM 70) rimanda all’accordo Stato Regioni che, già nel 2010, prevedeva la chiusura delle maternità con meno di 500 parti. 118 strutture con meno di 500 parti l'anno (24%)
*Escluse le strutture con meno di 10 parti annui97 strutture con meno di 500 parti l'anno (21%)
*Escluse le strutture con meno di 10 parti annuiDa 155 strutture del 2010 a 97 strutture del 2016 parti l'anno
*Escluse le strutture con meno di 10 parti annui
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Intervento tumore alla mammella -
Descrizione dell'indicatore Standard minimo Risultati nazionali 2016 (su dati 2015) Risultati nazionali 2017 (su dati 2016) Andamento nazionale (su dati 2010 - 2016) Intervento chirurgico per Tumore maligno mammella: per questo intervento l’associazione tra volume ed esiti, dimostrata in letteratura e dalle evidenze scientifiche, è confermata anche dalla analisi dei dati nazionali analizzati dal PNE. Il Regolamento del Ministero della Salute (DM 70), come le linee guida internazionali, identifica come soglia minima 150 interventi chirurgici annui. 123 strutture che effettuano più di 150 interventi annui (27%)
449 strutture che eseguono più di 10 interventi annui140 strutture che effettuano più di 150 interventi annui (33%)
424 strutture che eseguono più di 10 interventi annuiDa 110 strutture che effettuano più di 150 interventi annui nel 2010 a 140 strutture che effettuano più di 150 interventi nel 2016
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* Indicatori di Esito: documentano una modifica degli esiti assistenziali clinici (mortalità, eventi clinici, etc), economici (costi sanitari diretti, indiretti e intangibili) e umanistici (sintomi, qualità di vita, soddisfazione del paziente). Indicatori di Processo: misurano l’appropriatezza del processo assistenziale secondo quanto definito da standard di riferimento: linee guida EBM, percorsi assistenziali.