Un costante miglioramento della qualità delle cure, più evidente in alcune aree del Paese e meno percepibile nel Sud Italia dove, comunque, si registrano piccoli ma importanti passi in avanti per alcuni indicatori e aree cliniche.
Sono i primi risultati dell’edizione 2016 del Programma Nazionale Esiti che anche quest’anno rileva una grande variabilità nell’efficacia e nell’appropriatezza delle cure tra Regioni e tra aree geografiche e ospedali della stessa Regione, fotografando un sistema sanitario che, comunque, necessita di ulteriori sforzi per avvicinarsi sempre più agli standard di riferimento nazionali e internazionali.
La grande novità del Programma Nazionale Esiti 2016 risiede senz’altro nella valutazione sintetica di sette aree cliniche per ogni singola azienda ospedaliera, “Treemap”, che rende PNE ancor più uno strumento di supporto ai professionisti sanitari, che in presenza di criticità nei processi ed esiti di cura potranno tempestivamente promuovere e adottare strumenti correttivi mirati. Uno strumento di supporto anche per la governance regionale e delle aziende sanitarie che potranno individuare e monitorare le strutture ospedaliere da sottoporre a piani di efficientamento e riqualificazione, per la presenza di almeno un’area clinica con una valutazione molto bassa con un peso specifico superiore al 15%, oppure in presenza di almeno un’area con valutazione bassa corrispondente al 33% dell’attività complessiva.
“La diffusione trasparente e più capillare dei dati del Programma Nazionale Esiti attraverso il portale della trasparenza dei servizi per la salute, nonché il ruolo che il PNE ha assunto nella valutazione e nel monitoraggio delle performance clinico – assistenziali, dei volumi ed esiti, rappresentano la perfetta combinazione degli strumenti capaci di poter incidere concretamente sulla valutazione della sostenibilità e sulla reale equità del Servizio sanitario nazionale. È quanto afferma Luca Coletto, Presidente AGENAS. Trasparenza e diffusione capillare dei dati e potenziamento della partecipazione delle Regioni al sistema di valutazione sono le leve strategiche su cui AGENAS ha scelto di investire per intervenire sulle criticità e disuguaglianze prima che arrivino a pregiudicare la qualità, la sicurezza, l’universalità, nonché l’equità nell’accesso alle cure e per garantire la qualità di cura. Una qualità di cura che va garantita a tutti senza disparità” - conclude Coletto.
“L’edizione PNE 2016 segna il traguardo annunciato da AGENAS: la realizzazione della promessa di rendere il PNE uno strumento capace di comunicare anche con il cittadino. Fiore all’occhiello di questa edizione, è infatti la possibilità per tutti di poter accedere al Programma e di consultare dati, scientificamente validati, ma allo stesso tempo semplici, chiari e immediatamente comprensibili a tutti” - dichiara il Direttore Generale di AGENAS Francesco Bevere. “Uno strumento di comunicazione trasparente in coerenza con i contenuti del Progetto “Portale della Trasparenza dei servizi della Salute” - prosegue Bevere - che comporterà una maggiore consapevolezza dei cittadini, rinsaldando il rapporto di fiducia verso il Servizio sanitario nazionale, nonché la promozione e diffusione anche tra i cittadini della cultura della qualità delle cure e della sua valutazione”.
“La valutazione sintetica delle strutture ospedaliere per le diverse aree cliniche è, inoltre, parte di un sistema di monitoraggio che consegna la giusta valenza e dignità alla componente clinico - assistenziale nei processi di monitoraggio e valutazione delle performance aziendali. - continua Bevere - È l’ulteriore mattone nella costruzione di un sistema di misurazione, analisi, valutazione e monitoraggio che non può più prescindere da una lettura integrata dei dati di efficacia clinica con quelli gestionali ed economici”.
“Uno strumento di valutazione che copre in maniera adeguata un numero sempre maggiore di aree cliniche, con l’inclusione di indicatori nell’area dell’angiologia, dell’ortopedia e pediatrica, a coronamento della capacità di valutazione del PNE che si rivela così uno strumento diagnostico sempre più valido e informativo” - aggiunge Mario Braga, Coordinatore attività PNE-AGENAS.
“Negli ultimi due anni sono stati più di 500 gli audit clinici condotti, un’attività impegnativa che ha contribuito al miglioramento della qualità delle misure e alla individuazione dei punti di forza e di debolezza di alcuni percorsi clinico organizzativi. - Dichiara Marina Davoli, Responsabile tecnico PNE - I risultati dimostrano che l’impegno delle Regioni e delle relative infrastrutture tecniche è determinante per il successo stesso delle attività di audit”.