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Un progressivo miglioramento della qualità delle cure, in particolare nell’area ortopedica e chirurgica, una riduzione di ricoveri e interventi ad alto rischio di inappropriatezza per condizioni come la broncopneumopatia cronica, le complicanze del diabete negli adulti, asma e gastroenterite nei bambini e interventi di tonsillectomia. Resistono, tuttavia, disomogeneità nell’efficacia e nell’appropriatezza delle cure tra Regioni e tra aree geografiche e ospedali. È la prima istantanea fotografata dall’obiettivo dell’edizione 2015 del Programma nazionale esiti. “In sanità non esistono cambiamenti repentini e rapidi, ma i dati 2015 confermano che gli strumenti di valutazione migliorano la qualità dell’assistenza sia a livello del singolo ospedale sia a livello regionale e incoraggiano quel dinamismo culturale, organizzativo, procedurale necessario a garantire l’efficacia, la sicurezza, la qualità delle cure erogate”, dichiara Francesco Bevere, Direttore Generale di Agenas.
“Una realtà consolidata di valutazione delle capacità del sistema sanitario italiano di produrre salute. Attraverso l’uso di indicatori scientificamente validati, questo strumento ha dimostrato l’estrema variabilità della realtà sanitaria italiana, sia fra regioni che entro regioni, ma ha anche evidenziato la capacità del sistema di migliorare nel tempo la qualità delle prestazioni erogate e di saper valorizzare in modo positivo le informazioni disponibili”, aggiunge Mario Braga, Referente sistema di monitoraggio-Agenas. “L’obiettivo deve essere quello di ridurre la frammentazione dei volumi di attività per quelle procedure chirurgiche per le quali è ben dimostrata una associazione tra maggiore volume e migliori esiti di salute, che è risultata ancora più evidente analizzando la distribuzione per singolo reparto, che per la prima volta viene documentata dal PNE”, dichiara Marina Davoli, Direttore scientifico PNE - Dip. Epidemiologia Regione Lazio, la quale mette in risalto il potenziamento dell’attività di audit, condotta con impegno dalle strutture coinvolte, grazie anche al sostegno dei referenti regionali del PNE e dei professionisti delle società scientifiche, che ha permesso di individuare sia problemi di qualità dei dati sia problemi di qualità delle cure. A tale proposito il Direttore generale Bevere ha sottolineato come “la partecipazione attiva delle società scientifiche e delle Regioni, per il loro apporto decisivo sulla qualità dei dati e delle cure, non solo è stata determinante per poter misurare in maniera sempre più attendibile la capacità di garantire salute, ma ha reso PNE ancor più aderente alla realtà ospedaliera e non più percepito come strumento per stilare classifiche, ma stimolo per misurarsi e migliorarsi. Uno strumento in più a beneficio dell’efficacia, qualità e sicurezza delle cure erogate”.
 

 

 

 

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Sanità nelle Regioni 

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