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Un numero di Monitor diverso che ripercorre gli ultimi venti anni di governance sanitaria vista dai suoi protagonisti per guardare, con la consapevolezza del passato, alle conquiste ottenute e agli obiettivi mancati, ma ancora raggiungibili. Un breve excursus che colpisce per il senso dello Stato, l’onestà intellettuale e umiltà dei suoi autori, che non nascondono l’amarezza per non avere avuto il tempo o le condizioni favorevoli per fare di più.
Ministri che hanno, ognuno secondo il proprio bagaglio culturale, politico, professionale, segnato il consolidamento e lo sviluppo del Servizio sanitario nazionale.
Eppure c’è un filo conduttore che lega gli ultimi venti anni di governance sanitaria, ossia la preoccupazione - già sentita prima dell’avvento della grave crisi finanziaria - che le ragioni economiche prevalessero sugli obiettivi di salute; la carenza di uniformità di cure per la variabilità di 21 sistemi sanitari regionali; la necessità di lavorare all’integrazione ospedale-territorio; l’importanza della formazione medica, la lotta alle inefficienze e agli sprechi, la definizione di standard di quantità e qualità dei servizi sanitari.
Criticità che in larga parte nell’ultimissimo periodo sono state risolte, grazie anche a quanti in tutti questi anni si sono impegnati perché tutto ciò fosse possibile.
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