L’Agenas ha da sempre ribadito la sua piena disponibilità a tutte le azioni che si possono mettere in campo per combattere e contrastare la corruzione. Ciò si è tradotto, nei giorni scorsi, in un atto concreto: il Direttore generale dell’Agenzia Francesco Bevere e il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa per realizzare una collaborazione di natura amministrativa con l’obiettivo di individuare e sperimentare modelli integrati di controllo interno per la gestione dei rischi collegati al governo delle aziende sanitarie, la cui implementazione è tesa a garantire l’adozione di misure idonee a realizzare processi aziendali corretti, efficaci ed efficienti, anche con specifico riferimento al raggiungimento degli obiettivi di trasparenza e legalità e attraverso il recupero dei valori di integrità e di etica professionale ed aziendale. Inoltre, sulla base dei contenuti del protocollo d’intesa, Anac e Agenas collaboreranno anche nella redazione di specifiche linee guida che affrontino i temi della governance amministrativa, della corruzione e del conflitto di interessi in sanità.
L’annuncio della firma del Protocollo è stato dato in occasione dell’incontro “Corruption in sanità e sostenibilità del sistema”, promosso dall’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems), svoltosi all’Università Cattolica. Raffaele Cantone nel corso del suo intervento ha spiegato che “La sanità è l'ambito nel quale la corruzione è più presente e anche più percepita perché nella sanità ci sono tutti i germi che favoriscono la corruzione: molte voci di spesa, molto denaro pubblico, un gran numero di appalti con una pluralità di stazioni appaltanti”. Ma è la presenza della politica in sanità, secondo Cantone, ciò che determina in Italia, rispetto ad altri Paesi, l’ampiamento della corruzione.
I dati più recenti del fenomeno sono forniti dal rapporto della Guardia di Finanza e della Corte dei Conti. Dall’inizio 2013 al settembre 2014 sono stati ben 1.176 i soggetti coinvolti e “verbalizzati” mentre i danni erariali accertati ammontano a circa 1 miliardo e 280 milioni di euro. Ciò fa dire al Direttore Bevere che “il comportamento di alcuni dei nostri dipendenti pubblici provoca oltre che un danno rilevante all’erario, un sentimento di sfiducia della collettività nei confronti di chi, a vario titolo e livello, è chiamato a gestire la ‘cosa pubblica’”. Intervenendo al convegno promosso da Altems, Bevere ha specificato che, se è vero che non si può prescindere da un dissuasivo sistema di repressione degli episodi di corruzione, “l’altra ricetta può consistere nella realizzazione di percorsi concreti, mirati e diretti alla prevenzione del fenomeno attraverso un irrobustimento della trasparenza e dell’efficienza gestionale, nella promozione della cultura della legalità e dell’etica pubblica anche attraverso percorsi formativi specifici, nell’attivazione all’interno delle organizzazioni di specifici sistemi di monitoraggio e allerta idonei a prevenire la realizzazione di comportamenti illeciti”. “Tra gli obiettivi di Agenas, come indicato dal Ministro Lorenzin – ha proseguito – vi è quello dell’efficienza gestionale. La principale causa dei fenomeni di corruzione in sanità risieda proprio nel cattivo funzionamento e nella mancanza di trasparenza della macchina amministrativa”. Dunque prevenzione, repressione, trasparenza, efficienza gestionale, cambiamento culturale: queste le parole chiave per contrastare la corruzione in sanità. La firma del Protocollo d’intesa tra Anac e Agenas è stato, tra l’altro, “salutato con piacere” dal Presidente dell’Istituto per la promozione dell’etica in sanità (Ispe).
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