Si è conclusa la seconda fase dell’attività rivolta a determinare i prezzi di riferimento per i beni e servizi su cui la sanità sta lavorando per ridurre sprechi e recuperare risorse. I primi prezzi di riferimento per beni e servizi, indicatori per l’acquisto di singoli prodotti o servizi di qualità al prezzo giusto, sono stati pubblicati nel 2012 dall’Autorità di vigilanza sugli appalti pubblici (Avcp), in seguito a una rilevazione dei prezzi effettuata presso le stazioni appaltanti (Asl, aziende ospedaliere, centrali di acquisto) in base a un elenco di beni e servizi a più alto impatto economico sul Servizio sanitario nazionale, fornito da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

A fine maggio si è conclusa anche la seconda fase: si è trattato di  una nuova rilevazione, per un ulteriore aggiornamento dei prezzi di riferimento. Per il Presidente di Agenas, Giovanni Bissoni, questa nuova fase di attività ha rappresentato un vero e proprio un cambio di rotta: si è proceduto spostando l’attenzione dal prezzo di riferimento alla “riorganizzazione della domanda”. Per Laura Velardi, dirigente Agenas, si è trattato di operare “per consentire un confronto più preciso tra gli stessi beni o servizi, col coinvolgimento degli operatori sanitari. Abbiamo provveduto ad aggiornare la descrizione/aggregazione di dispositivi medici particolarmente sensibili, quali gli stent a cessione di farmaco (distinti in 4 lotti), le protesi ortopediche e vascolari, ma anche altri servizi complessi come la ristorazione, inserendo più variabili (per esempio: se il servizio è dato in appalto o c’è la cucina all’interno dell’ospedale, modalità di trasporto e consegna, preparazione di piatti personalizzati). La parola ora passa al Patto per la salute, con un obiettivo ambizioso: ridurre gli sprechi e recuperare risorse da reinvestire in qualità dei servizi.

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Sanità nelle Regioni 

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