La gestione del rischio clinico indica un insieme di attività volte a identificare, valutare ed eliminare i rischi attuali e potenziali all’interno delle strutture sanitarie, al fine di assicurare qualità e sicurezza alle prestazioni assistenziali: la sicurezza dei pazienti è uno degli obiettivi prioritari che il Servizio sanitario nazionale si pone.

In tema di rischio clinico Agenas è impegnata, tra le diverse attività di ricerca, a coordinare un progetto attinente la procreazione medicalmente assistita: "Sviluppo di un percorso condiviso di promozione della qualità e della sicurezza nella Procreazione Medicalmente Assistita (PMA)".

Come risulta dai documenti dell’Organizzazione mondiale della sanità e dai dati del Ministero della salute, negli ultimi anni la medicina della riproduzione ha visto aumentata la sua rilevanza, considerato l’incremento della infertilità sia maschile sia femminile e un accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita crescente. In questo ambito sono già state introdotte pratiche e metodiche di verifica della qualità e sono stati emanati specifici Decreti legislativi in materia di sicurezza e controllo del rischio insito all’utilizzazione, approvvigionamento e controllo di tessuti e cellule umane (gameti, embrioni, etc.). Ma è anche vero che si rileva sempre più, da parte delle persone interessate, una domanda di maggiore informazione in merito alle procedure, oltre che di garanzie, in ordine alla qualità. 

Il progetto di ricerca, finanziato dal Ministero della Salute, coordinato da Agenas (vai alla pagina del sito dell'Agenzia relativa alla ricerca: "Sviluppo di un percorso condiviso di promozione della qualità e della sicurezza nella Procreazione Medicalmente Assistita PMA LINK)", vede la partecipazione delle Regioni Toscana, Lombardia e Puglia e, in particolare, del Centro Gestione Rischio Clinico, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, dell’Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Consorziale Policlinico di Bari. L’obiettivo è quello di individuare momenti particolarmente critici nel percorso della PMA e quindi gli strumenti per gestire il rischio. La ricerca è in fase avanzata; un focus group ha analizzato le criticità, definito quali affrontare e deciso di concentrare l’attenzione sulla fase clinica: pick-up e trasferimento degli embrioni. I risultati - un glossario condiviso per la qualità e la sicurezza nella PMA, un sistema di indicatori e strumenti di controllo del rischio, un pacchetto formativo per gli operatori dei centri - saranno elaborati a giugno.

E proprio a giugno si conosceranno le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale che nell’aprile scorso ha dichiarato incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa (l’applicazione della tecnica con donazione di gameti) previsto dalla legge 40 del 2004. Il tempo è importante poiché le disposizioni della Corte saranno esecutive solo dopo il deposito e la pubblicazione delle motivazioni. Fino a quel momento tutto resterà fermo, ma questo non potrà intaccare il fulcro della decisione della Consulta: il divieto resta incostituzionale. Ma le argomentazioni che verranno rese note saranno decisive per capire in quale cornice si inserisce tale diritto e se le stesse motivazioni non aprano uno spazio d’intervento. Infatti, mentre da un lato si sostiene che la cancellazione del divieto di eterologa lascia in eredità una legge funzionante, che contiene le necessarie tutele e che i Centri di fecondazione assistita potranno nuovamente accogliere, come prima del 2004, le coppie che necessitano di questa particolare cura, dall’altro esiste il timore di un vuoto normativo, in particolare su alcuni argomenti quali, per esempio, il diritto del nascituro a conoscere i propri genitori, l’anonimato del donatore, la gratuità della cessione di gameti. La domanda di informazione da parte delle coppie sterili soprattutto in questa fase è altissima. Per questo a Milano è stato aperto di recente uno sportello informativo sulla fecondazione eterologa. Nato dalla volontà di informare i cittadini dopo la sentenza della Corte Costituzionale, il servizio è stato realizzato  dall’assessorato alle Politiche sociali del Comune, in collaborazione con diverse associazioni e ha lo scopo di mettere a disposizione di chiunque lo desideri  la consulenza gratuita di persone che conoscono a fondo il tema della fecondazione eterologa sia dal punto di vista giuridico, sia dal punto di vista medico e psicologico.

 

 

 

 

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