“Il documento Le cure primarie nel nuovo assetto organizzativo e funzionale del SSN è il primo e importante contributo della Fondazione Sicurezza in Sanità” afferma Vasco Giannotti, Presidente della Fondazione, nata più di tre anni fa su iniziativa dell’Istituto superiore di sanità, con partner privato la Gutemberg s.r.l. di Arezzo (provider nazionale Ecm e organizzatrice del “Forum Risk Management in Sanità”). Fanno inoltre parte della Fondazione il Ministero della Salute, la Conferenza delle Regioni e la Regione Toscana tramite l’Azienda Usl 8 di Arezzo. La mission: promuovere e diffondere la ricerca e lo sviluppo delle competenze professionali nel campo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico in sanità nell’ambito della gestione del rischio clinico, quindi con particolare riferimento al settore della sicurezza del paziente, del cittadino e dell’operatore sanitario. “La naturale evoluzione dell’impegno della Fondazione - continua Giannotti - è il Laboratorio per l’innovazione in sanità, un percorso di seminari, incontri, convegni per elaborare, monitorare e condividere le buone pratiche e le soluzioni per accelerare il processo di innovazione in sanità. Ed è proprio l’innovazione culturale, organizzativa, tecnologica la grande sfida da vincere per continuare a garantire al cittadino il diritto alla salute e la competitività”. Di qui l’invito a tutti gli operatori e manager affinché collaborino con l’apporto di idee e suggerimenti al Forum e al sito www.fondazionesicurezzasanita.it (LINK), attivo tra pochi giorni.

Il documento “Cure Primarie” è condiviso da Agenas, Federsanità Anci e Fimmg, presentato in occasione dell’8° Forum Risk Management in Sanità, è stato portato alla discussione agli Stati Generali della Salute, svoltisi a Roma l’8-9 aprile, in particolare alla tavola rotonda “I servizi territoriali in rete vicini al cittadino”.  “Si è inteso così offrire un approfondimento e un contributo al dibattito sulle sinergie possibili e sulle potenzialità derivanti dal nuovo assetto delle cure primarie – ha affermato Enrico Desideri, Direttore generale Asl 8 di Arezzo – per contribuire all’avanzamento e al consolidamento della sanità sul territorio, obiettivo non più rinviabile per la sostenibilità del Sistema”.

Il dossier si apre con un’analisi sulle motivazioni del cambiamento: il progressivo invecchiamento della popolazione; l’incremento delle malattie croniche; l’aumentata prevalenza della polipatologia e della multiproblematicità; il progressivo modificarsi del contesto sociale, con un aumento delle persone sole e della povertà; la diminuzione delle risorse che possono essere allocate sul settore sanitario e su quello sociale.

È sottolineata l’importanza di un Distretto funzionalmente “forte” e vengono delineate le molteplici funzioni che ad esso competono poiché il Distretto rappresenta l’ambito dove si valuta il fabbisogno e la domanda di salute della popolazione di riferimento, e riveste prioritariamente un ruolo di  tutela e programmazione, rafforzando il ruolo di governance.

Infine il capitolo dedicato alla “Riorganizzazione delle Cure Primarie nel contesto della medicina del territorio”, alla necessità di riorganizzare la medicina generale e tutte le figure professionali che costituiscono il Sistema della “Primay Health Care” in raggruppamenti funzionali, anche per dare attuazione a quanto previsto dalla legge 189/2012.

Vengono quindi delineate le caratteristiche  del modello operativo per:

  • La medicina di iniziativa per cui occorre superare la frammentazione dell’assistenza sanitaria nel territorio mediante la continuità assistenziale; affiancare all’assistenza “reattiva” l’assistenza “proattiva” da parte della Medicina generale; il riconoscimento che l’assistenza primaria rappresenta il punto centrale dei processi assistenziali con forti collegamenti con il resto del sistema, con un ruolo cardine svolto dal Distretto.
  • L’Aggregazione Funzionale Territoriale (AFT), raggruppamento funzionale, monoprofessionale di Medici di medicina generale. Grazie al rapporto fiduciario medico-paziente, la costituzione di un’AFT individua in automatico un “bacino” di assistiti che sono i cittadini che hanno liberamente scelto i MMG dell’AFT, rispetto ai quali andranno poi “costruite” tutte le risposte ai bisogni socio-sanitari.
  • Le Unità complesse di cure primarie (UCCP) aggregazione multi professionale, strutturata anche in presidio, di cui fanno parte i MMG insieme ad altri operatori del territorio, sanitari, sociali e amministrativi, come il personale di studio del medico di famiglia. La UCCP garantisce le risposte complesse alla popolazione di riferimento della AFT avendo come riferimento i Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali (PDTA) condivisi, formulando successivamente un piano assistenziale personalizzato e che opera nei vari “setting” assistenziali individuati e messi a disposizione dal Distretto.

Per approfondimenti: "Le cure primarie nel nuovo assetto organizzativo e funzionale del SSN" (PDF 385 kb)

 

 

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