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Anche quest’anno ha avuto luogo ad Arezzo, nei giorni 25-28 novembre, il tradizionale appuntamento con il Forum Risk Management, che ha visto la partecipazione di Agenas, ospite e interlocutore istituzionale delle iniziative del Forum. Il fil rouge dell’edizione 2014 è stato il Patto per la salute 2014-2016, declinato in tutte le sue componenti principali, con particolare riferimento alla gestione delle malattie croniche.
Per l’Agenzia è stata l’occasione di presentare alcuni dei suoi lavori di ricerca più importanti, dalle linee guida per l’integrazione socio sanitaria, al progetto Matrice, al PDTA, il percorso diagnostico terapeutico assistenziale, ai più recenti report elaborati in materia di HTA e terapie del dolore, alle best practice sul rischio clinico. Ampio risalto ha avuto la presentazione della rivista di Agenas, il trimestrale Monitor, con il suo Focus on incentrato sul Patto per la salute, che è stata distribuita ai partecipanti al Forum.
“Il Forum ha rappresentato anche quest’anno un’occasione straordinaria d’incontro, un momento di riflessione e di confronto che consente di tirare le somme del lavoro svolto e ripartire nella propria attività con maggiore slancio- ha dichiarato Vasco Giannotti, fondatore di Gutenberg - Sicurezza in sanità che organizza il Forum - alle 64 sessioni scientifiche del Forum hanno partecipato circa 10.000 operatori, in particolare rappresentanti di tutte le professioni sanitarie, ma anche dei principali stakeholder del settore. I temi sul tappeto sono stati molti, ma voglio ricordare la riforma della medicina del territorio e il nuovo rapporto ospedale-territorio, l’analisi di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali incentrati sulla persona, per assicurare un’adeguata assistenza domiciliare e ottimizzare l’uso delle risorse. Oltre all’innovazione di carattere organizzativo abbiamo voluto rivolgere una particolare attenzione all’innovazione tecnologica per la diffusione delle pratiche di HTA in tutte le regioni e per verificare in che modo sia possibile sviluppare l’accesso ai farmaci innovativi, anche se costosi. Anche le tecnologie informatiche al servizio dell’innovazione in sanità hanno rappresentato un momento importante del Forum, in particolare la telemedicina e il fascicolo sanitario elettronico.” Per Giannotti anche il momento clou della manifestazione annuale ha registrato molta partecipazione: “nella sala delle Regioni, tutte - e sottolineo tutte- le Regioni hanno presentato le migliori soluzioni nel campo della gestione del rischio clinico, e hanno trovato spazio anche la medicina di genere e le terapie del dolore. La sessione gestita dall’Istituto superiore di sanità ha presentato due attualissime iniziative: la gestione dell’emergenza Ebola e il contributo scientifico che l’Istituto ha offerto a sostegno dell’azione dei NAS e dell’autorità giudiziaria”.
“Ripartiamo da qui, sulla base dei tanti input ricevuti - ha concluso Vasco Giannotti - da gennaio realizzeremo degli incontri mirati per preparare il nuovo Forum, l’edizione 2015”.
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Anche quest’anno ha avuto luogo ad Arezzo, nei giorni 25-28 novembre, il tradizionale appuntamento con il Forum Risk Management, che ha visto la partecipazione di Agenas, ospite e interlocutore istituzionale delle iniziative del Forum. Il fil rouge dell’edizione 2014 è stato il Patto per la salute 2014-2016, declinato in tutte le sue componenti principali, con particolare riferimento alla gestione delle malattie croniche.
Per l’Agenzia è stata l’occasione di presentare alcuni dei suoi lavori di ricerca più importanti, dalle linee guida per l’integrazione socio sanitaria, al progetto Matrice, al PDTA, il percorso diagnostico terapeutico assistenziale, ai più recenti report elaborati in materia di HTA e terapie del dolore, alle best practice sul rischio clinico. Ampio risalto ha avuto la presentazione della rivista di Agenas, il trimestrale Monitor, con il suo Focus on incentrato sul Patto per la salute, che è stata distribuita ai partecipanti al Forum.
“Il Forum ha rappresentato anche quest’anno un’occasione straordinaria d’incontro, un momento di riflessione e di confronto che consente di tirare le somme del lavoro svolto e ripartire nella propria attività con maggiore slancio- ha dichiarato Vasco Giannotti, fondatore di Gutenberg - Sicurezza in sanità che organizza il Forum - alle 64 sessioni scientifiche del Forum hanno partecipato circa 10.000 operatori, in particolare rappresentanti di tutte le professioni sanitarie, ma anche dei principali stakeholder del settore. I temi sul tappeto sono stati molti, ma voglio ricordare la riforma della medicina del territorio e il nuovo rapporto ospedale-territorio, l’analisi di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali incentrati sulla persona, per assicurare un’adeguata assistenza domiciliare e ottimizzare l’uso delle risorse. Oltre all’innovazione di carattere organizzativo abbiamo voluto rivolgere una particolare attenzione all’innovazione tecnologica per la diffusione delle pratiche di HTA in tutte le regioni e per verificare in che modo sia possibile sviluppare l’accesso ai farmaci innovativi, anche se costosi. Anche le tecnologie informatiche al servizio dell’innovazione in sanità hanno rappresentato un momento importante del Forum, in particolare la telemedicina e il fascicolo sanitario elettronico.” Per Giannotti anche il momento clou della manifestazione annuale ha registrato molta partecipazione: “nella sala delle Regioni, tutte - e sottolineo tutte- le Regioni hanno presentato le migliori soluzioni nel campo della gestione del rischio clinico, e hanno trovato spazio anche la medicina di genere e le terapie del dolore. La sessione gestita dall’Istituto superiore di sanità ha presentato due attualissime iniziative: la gestione dell’emergenza Ebola e il contributo scientifico che l’Istituto ha offerto a sostegno dell’azione dei NAS e dell’autorità giudiziaria”.
“Ripartiamo da qui, sulla base dei tanti input ricevuti - ha concluso Vasco Giannotti - da gennaio realizzeremo degli incontri mirati per preparare il nuovo Forum, l’edizione 2015”.
Sarà per la riscoperta dell’importanza dell’aggiornamento professionale in medicina, sarà la consapevolezza che la sanità è in continuo divenire, quel che è certo è che l’Educazione continua in medicina è un settore in espansione. I dati forniti dalla Commissione nazionale ECM, presentati a Roma in occasione della sesta Conferenzanazionale, svoltasi il 24 e il 25 novembre, indicano con precisione certosina che l’ECM cresce, in particolare quella a distanza.
Tutto iniziò con il D.Lgs. 502/1992 integrato dal D.Lgs. 229/1999 che stabilirono l'obbligo della formazione continua per i professionisti della sanità. Un campo più volte normato e che dal 1° gennaio 2008, con l’entrata in vigore della Legge 24 dicembre 2007, n. 244, ha sancito il trasferimento all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali della gestione amministrativa del programma di ECM e il supporto alla Commissione Nazionale per la Formazione Continua, prima competenze del Ministero della Salute.
Tra l’altro, l’Accordo Stato Regioni del 1° agosto 2007, che definisce il riordino del Programma di Formazione Continua in Medicina e stabilisce la nuova organizzazione e le nuove regole per la governance del sistema ECM del triennio 2008-2010, individua nell’Agenas la "casa comune" a livello nazionale, in cui collocare la Commissione nazionale e gli organismi che la corredano.
Ma torniamo ai dati attuali che indicano che la formazione procede a vele spiegate. Circa 1.200.000 professionisti della sanità destinatari della formazione, 1.100 provider nazionali e 300 provider regionali; e ancora, quasi 35mila eventi formativi tra residenziali e FAD nel 2014, tremila in più rispetto l’anno precedente.
Le cifre, inoltre, ci dicono che quelli che possono, scelgono la formazione 2.0: basti pensare che gli eventi di formazione a distanza nell’ultimo triennio hanno quasi triplicato il loro peso, passando da 600 a 1.600.
E a crescere e a irrobustirsi è anche il sistema di controllo e di verifiche, ispirato non certo ad una logica inquisitoria o ispettiva, ma necessario per rafforzare i punti di forza e correggere le eventuali criticità. Da gennaio a novembre 2014 sono state 260 le visite effettuate dagli organi di controllo ai provider, verifiche dirette a consentire il passaggio da provider provvisorio a standard.
Attualmente risultano 777 provider provvisori e 327 standard, 44 i provider in valutazione per accreditamento provvisorio e 442 quelli in valutazione per accreditamento standard. Mentre i provider cancellati, sospesi o ritenuti inammissibili sono 885.
Tra i sistemi regionali convenzionati con Agenas ci sono stati 283 accreditamenti e 194 dinieghi.
Per quel che riguarda l’offerta formativa, la parte del leone spetta ai medici chirurghi (68%), seguiti da infermieri (28%) e riabilitazione (25%), in coda farmacisti (10%), odontoiatri e psicologi (8%).
In occasione della sesta Conferenza nazionale Ecm, Francesco Bevere, Direttore Generale dell’Agenas ha ricordato che: “Ogni attore che svolge un ruolo di responsabilità nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, è consapevole del fatto che per gestire e guidare il cambiamento deve poter contare su collaboratori adeguatamente formati e motivati, che siano in grado di comprendere l’importanza del ruolo e degli obiettivi che gli sono stati assegnati dall’organizzazione e di reinterpretarli in chiave strategica. La formazione in sanità, infatti, oltre ad alimentare le conoscenze, le capacità e le competenze delle persone che la compongono, risveglia il senso di appartenenza di ciascuno.
Per quel che riguarda in particolare il ruolo dell’Agenzia, Bevere ha evidenziato: “la responsabilità e l’importanza del ruolo di Agenas e di tutti gli attori coinvolti nel sistema ECM, di garanzia di una formazione di qualità, efficace e rispettosa degli standard previsti. La Conferenza è anche un’occasione per porre l’attenzione sul sistema di verifica degli eventi formativi, strumento quest’ultimo che sarà potenziato affinché la qualità della formazione in sanità sia sempre più elevata”.
"I dati dimostrano che la formazione negli ultimi anni è diventata un valore per i nostri professionisti sanitari, un'opportunità che dobbiamo saper cogliere, garantendo una formazione di qualità, più snella, meno burocratica, ma più partecipata". È stato il commento di Achille Iachino, segretario della Commissione Nazionale per la Formazione Continua, nonché Direttore dell'area funzionale ECM Agenas.
Sarà per la riscoperta dell’importanza dell’aggiornamento professionale in medicina, sarà la consapevolezza che la sanità è in continuo divenire, quel che è certo è che l’Educazione continua in medicina è un settore in espansione. I dati forniti dalla Commissione nazionale ECM, presentati a Roma in occasione della sesta Conferenzanazionale, svoltasi il 24 e il 25 novembre, indicano con precisione certosina che l’ECM cresce, in particolare quella a distanza.
Tutto iniziò con il D.Lgs. 502/1992 integrato dal D.Lgs. 229/1999 che stabilirono l'obbligo della formazione continua per i professionisti della sanità. Un campo più volte normato e che dal 1° gennaio 2008, con l’entrata in vigore della Legge 24 dicembre 2007, n. 244, ha sancito il trasferimento all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali della gestione amministrativa del programma di ECM e il supporto alla Commissione Nazionale per la Formazione Continua, prima competenze del Ministero della Salute.
Tra l’altro, l’Accordo Stato Regioni del 1° agosto 2007, che definisce il riordino del Programma di Formazione Continua in Medicina e stabilisce la nuova organizzazione e le nuove regole per la governance del sistema ECM del triennio 2008-2010, individua nell’Agenas la "casa comune" a livello nazionale, in cui collocare la Commissione nazionale e gli organismi che la corredano.
Ma torniamo ai dati attuali che indicano che la formazione procede a vele spiegate. Circa 1.200.000 professionisti della sanità destinatari della formazione, 1.100 provider nazionali e 300 provider regionali; e ancora, quasi 35mila eventi formativi tra residenziali e FAD nel 2014, tremila in più rispetto l’anno precedente.
Le cifre, inoltre, ci dicono che quelli che possono, scelgono la formazione 2.0: basti pensare che gli eventi di formazione a distanza nell’ultimo triennio hanno quasi triplicato il loro peso, passando da 600 a 1.600.
E a crescere e a irrobustirsi è anche il sistema di controllo e di verifiche, ispirato non certo ad una logica inquisitoria o ispettiva, ma necessario per rafforzare i punti di forza e correggere le eventuali criticità. Da gennaio a novembre 2014 sono state 260 le visite effettuate dagli organi di controllo ai provider, verifiche dirette a consentire il passaggio da provider provvisorio a standard.
Attualmente risultano 777 provider provvisori e 327 standard, 44 i provider in valutazione per accreditamento provvisorio e 442 quelli in valutazione per accreditamento standard. Mentre i provider cancellati, sospesi o ritenuti inammissibili sono 885.
Tra i sistemi regionali convenzionati con Agenas ci sono stati 283 accreditamenti e 194 dinieghi.
Per quel che riguarda l’offerta formativa, la parte del leone spetta ai medici chirurghi (68%), seguiti da infermieri (28%) e riabilitazione (25%), in coda farmacisti (10%), odontoiatri e psicologi (8%).
In occasione della sesta Conferenza nazionale Ecm, Francesco Bevere, Direttore Generale dell’Agenas ha ricordato che: “Ogni attore che svolge un ruolo di responsabilità nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, è consapevole del fatto che per gestire e guidare il cambiamento deve poter contare su collaboratori adeguatamente formati e motivati, che siano in grado di comprendere l’importanza del ruolo e degli obiettivi che gli sono stati assegnati dall’organizzazione e di reinterpretarli in chiave strategica. La formazione in sanità, infatti, oltre ad alimentare le conoscenze, le capacità e le competenze delle persone che la compongono, risveglia il senso di appartenenza di ciascuno.
Per quel che riguarda in particolare il ruolo dell’Agenzia, Bevere ha evidenziato: “la responsabilità e l’importanza del ruolo di Agenas e di tutti gli attori coinvolti nel sistema ECM, di garanzia di una formazione di qualità, efficace e rispettosa degli standard previsti. La Conferenza è anche un’occasione per porre l’attenzione sul sistema di verifica degli eventi formativi, strumento quest’ultimo che sarà potenziato affinché la qualità della formazione in sanità sia sempre più elevata”.
"I dati dimostrano che la formazione negli ultimi anni è diventata un valore per i nostri professionisti sanitari, un'opportunità che dobbiamo saper cogliere, garantendo una formazione di qualità, più snella, meno burocratica, ma più partecipata". È stato il commento di Achille Iachino, segretario della Commissione Nazionale per la Formazione Continua, nonché Direttore dell'area funzionale ECM Agenas.
Giorni di lavoro all’Osservatorio Buone Pratiche, istituito presso Agenas per il monitoraggio delle “Buone Pratiche per la sicurezza del paziente”, compito attribuito all’Agenzia dall’Intesa Stato-Regioni del 2008. Si sta portando a termine, infatti, la classificazione delle prassi segnalate in occasione della VII edizione della Call for Good Practice (che quest’anno si è svolta nel periodo 16 giugno-3 novembre) e validate dai coordinatori delle Regioni.
Un’ottima annata questa del 2014: alla “chiamata” si è risposto da tutta Italia con l’invio di circa 300 Buone Pratiche, numero che si è mantenuto pressoché invariato nel corso degli anni e che ha portato, dal 2008 ad oggi, ad oltre 2 mila le procedure registrate nel database dell’Osservatorio, mentre sono saliti a circa 800 i professionisti “compilatori”. Ciò a testimonianza della forte attenzione rivolta alla sicurezza del paziente e delle cure da parte degli operatori della sanità e di tutte le strutture pubbliche e private accreditate del SSN.
18 le Regioni che hanno partecipato quest’anno: Toscana, Lombardia, Friuli e Puglia sono quelle che hanno dato il contributo maggiore.
Due le tipologie richieste e segnalate: la Pratica Clinica, cioè “la procedura operativa standardizzata nell’assistenza sanitaria e all’interno dell’organizzazione sanitaria che tocca direttamente il paziente” e la Pratica di Clinical Risk Management “procedura operativa, politica, strategia o pratica, nell’assistenza sanitaria e all’interno dell’organizzazione sanitaria il cui obiettivo è quello di raggiungere l’equilibrio ottimale tra rischi, costi e benefici e che interessa in maniera indiretta il paziente”.
Duplici anche le tematiche a cui le Pratiche devono rispondere: l’implementazione delle Raccomandazioni emanate dal Ministero della Salute in tema di prevenzione di eventi sentinella - alla data attuale sono 16 le Raccomandazioni consultabili anche sul sito del Ministero (LINK) e la gestione e prevenzione degli Eventi sentinella, eventi avversi di particolare gravità che possono comportare morte o grave danno al paziente - Elenco (LINK).
Ad una prima analisi della Call 2014 risultano essere numerose le pratiche implementate con successo anche in altri contesti, più del 30% sono già state trasferite e il 45% prevedono il coinvolgimento diretto delle associazioni dei cittadini. In particolare, le Pratiche Cliniche fanno riferimento ai Farmaci/fluidi endovenosi per il 12%, alla Documentazione per il 5%, al Sistema rapido di allerta per il 4%. Le Pratiche di Risk Management riguardano prevalentemente la realizzazione di iniziative e interventi per la sicurezza del paziente (24%). In tema di implementazione delle Raccomandazioni le prassi validate si riferiscono per il 15% alla prevenzione della morte, coma o grave danno derivati da errori in terapia farmacologica; per il 13% alla corretta identificazione dei pazienti, del sito chirurgico e della procedura; per il 10% alla prevenzione della ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all’interno del sito chirurgico. Infine, per ciò che riguarda gli eventi avversi, si segnala un 12% di pratiche relative alle infezioni ospedaliere, mentre un 7% si riferisce all’igiene delle mani, pratica di cui si sollecita l’attuazione in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, assieme alla Riconciliazione farmacologica e alla Checklist per la sicurezza in chirurgia.
Una novità della Call 2014 ha riguardato la scheda di rilevazione, che è stata allineata a quella dell’analogo sistema di rilevazione europeo, sviluppata nel corso della Joint Action PaSQ -European Union Network for Patient Savety and Quality of Care - www.pasq.eu (LINK), a cui Agenas partecipa come Associated Partner e come National Contact Point. Il nuovo formato della scheda permetterà di far confluire più agevolmente le pratiche inserite nell’Osservatorio anche nel database europeo. Circa 40 Buone Pratiche della Call 2013, selezionate con la collaborazione del Comitato tecnico delle Regioni per la sicurezza dei pazienti, sono confluite nell’archivio web europeo portando così a 104 quelle targate “made in Italy” inserite nel corso dei due “round” di rilevazione (2012-2013).
Cambiamenti anche per il database, la sezione in cui è possibile consultare tutte le esperienze inviate - a partire dal 2008 – all’Osservatorio Buone Pratiche.
In linea con il ciclo delle buone pratiche e in particolare con la fase di diffusione/trasferimento, per ogni esperienza è visualizzabile l’intera documentazione trasmessa all’Osservatorio, corredata dai riferimenti dei professionisti da contattare per eventuali approfondimenti. Il database dell’Osservatorio è consultabile attraverso la selezione di uno o più criteri di ricerca: Anno, Regione, Classificazione OBP (Osservatorio Buone Pratiche Agenas), Raccomandazione, Evento Avverso, Titolo dell’esperienza. E, a partire dal 2014, è stata aggiunta la nuova Classificazione PaSQ, naturalmente valida per le pratiche inserite da quest’anno. Cinque le categorie:
Pratica Sicura, che ha dimostrato la propria efficacia in termini di miglioramento della sicurezza. Il miglioramento deve essere dimostrato attraverso il confronto tra la misurazione baseline effettuata prima dell’implementazione e la valutazione successiva all'implementazione. La valutazione comparativa può essere sia quantitativa che qualitativa.
Pratica Potenzialmente Sicura, per la quale è stata effettuata una misurazione baseline ma i suoi effetti, in termini di miglioramento della sicurezza, non sono ancora stati valutati.
Pratica di Efficacia Non Provata, che è stata implementata e valutata, ma la cui valutazione comparativa tra il prima e il dopo non ha evidenziato miglioramenti.
Pratica Non Implementata, che non è stata ancora implementata; si tratta, ad esempio, di iniziative o idee in fase di sviluppo.
Pratica Non Valutata, che viene così classificata se è stata implementata, ma non è stata effettuata una misurazione baseline.
Giorni di lavoro all’Osservatorio Buone Pratiche, istituito presso Agenas per il monitoraggio delle “Buone Pratiche per la sicurezza del paziente”, compito attribuito all’Agenzia dall’Intesa Stato-Regioni del 2008. Si sta portando a termine, infatti, la classificazione delle prassi segnalate in occasione della VII edizione della Call for Good Practice (che quest’anno si è svolta nel periodo 16 giugno-3 novembre) e validate dai coordinatori delle Regioni.
Un’ottima annata questa del 2014: alla “chiamata” si è risposto da tutta Italia con l’invio di circa 300 Buone Pratiche, numero che si è mantenuto pressoché invariato nel corso degli anni e che ha portato, dal 2008 ad oggi, ad oltre 2 mila le procedure registrate nel database dell’Osservatorio, mentre sono saliti a circa 800 i professionisti “compilatori”. Ciò a testimonianza della forte attenzione rivolta alla sicurezza del paziente e delle cure da parte degli operatori della sanità e di tutte le strutture pubbliche e private accreditate del SSN.
18 le Regioni che hanno partecipato quest’anno: Toscana, Lombardia, Friuli e Puglia sono quelle che hanno dato il contributo maggiore.
Due le tipologie richieste e segnalate: la Pratica Clinica, cioè “la procedura operativa standardizzata nell’assistenza sanitaria e all’interno dell’organizzazione sanitaria che tocca direttamente il paziente” e la Pratica di Clinical Risk Management “procedura operativa, politica, strategia o pratica, nell’assistenza sanitaria e all’interno dell’organizzazione sanitaria il cui obiettivo è quello di raggiungere l’equilibrio ottimale tra rischi, costi e benefici e che interessa in maniera indiretta il paziente”.
Duplici anche le tematiche a cui le Pratiche devono rispondere: l’implementazione delle Raccomandazioni emanate dal Ministero della Salute in tema di prevenzione di eventi sentinella - alla data attuale sono 16 le Raccomandazioni consultabili anche sul sito del Ministero (LINK) e la gestione e prevenzione degli Eventi sentinella, eventi avversi di particolare gravità che possono comportare morte o grave danno al paziente - Elenco (LINK).
Ad una prima analisi della Call 2014 risultano essere numerose le pratiche implementate con successo anche in altri contesti, più del 30% sono già state trasferite e il 45% prevedono il coinvolgimento diretto delle associazioni dei cittadini. In particolare, le Pratiche Cliniche fanno riferimento ai Farmaci/fluidi endovenosi per il 12%, alla Documentazione per il 5%, al Sistema rapido di allerta per il 4%. Le Pratiche di Risk Management riguardano prevalentemente la realizzazione di iniziative e interventi per la sicurezza del paziente (24%). In tema di implementazione delle Raccomandazioni le prassi validate si riferiscono per il 15% alla prevenzione della morte, coma o grave danno derivati da errori in terapia farmacologica; per il 13% alla corretta identificazione dei pazienti, del sito chirurgico e della procedura; per il 10% alla prevenzione della ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all’interno del sito chirurgico. Infine, per ciò che riguarda gli eventi avversi, si segnala un 12% di pratiche relative alle infezioni ospedaliere, mentre un 7% si riferisce all’igiene delle mani, pratica di cui si sollecita l’attuazione in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, assieme alla Riconciliazione farmacologica e alla Checklist per la sicurezza in chirurgia.
Una novità della Call 2014 ha riguardato la scheda di rilevazione, che è stata allineata a quella dell’analogo sistema di rilevazione europeo, sviluppata nel corso della Joint Action PaSQ -European Union Network for Patient Savety and Quality of Care - www.pasq.eu (LINK), a cui Agenas partecipa come Associated Partner e come National Contact Point. Il nuovo formato della scheda permetterà di far confluire più agevolmente le pratiche inserite nell’Osservatorio anche nel database europeo. Circa 40 Buone Pratiche della Call 2013, selezionate con la collaborazione del Comitato tecnico delle Regioni per la sicurezza dei pazienti, sono confluite nell’archivio web europeo portando così a 104 quelle targate “made in Italy” inserite nel corso dei due “round” di rilevazione (2012-2013).
Cambiamenti anche per il database, la sezione in cui è possibile consultare tutte le esperienze inviate - a partire dal 2008 – all’Osservatorio Buone Pratiche.
In linea con il ciclo delle buone pratiche e in particolare con la fase di diffusione/trasferimento, per ogni esperienza è visualizzabile l’intera documentazione trasmessa all’Osservatorio, corredata dai riferimenti dei professionisti da contattare per eventuali approfondimenti. Il database dell’Osservatorio è consultabile attraverso la selezione di uno o più criteri di ricerca: Anno, Regione, Classificazione OBP (Osservatorio Buone Pratiche Agenas), Raccomandazione, Evento Avverso, Titolo dell’esperienza. E, a partire dal 2014, è stata aggiunta la nuova Classificazione PaSQ, naturalmente valida per le pratiche inserite da quest’anno. Cinque le categorie:
Pratica Sicura, che ha dimostrato la propria efficacia in termini di miglioramento della sicurezza. Il miglioramento deve essere dimostrato attraverso il confronto tra la misurazione baseline effettuata prima dell’implementazione e la valutazione successiva all'implementazione. La valutazione comparativa può essere sia quantitativa che qualitativa.
Pratica Potenzialmente Sicura, per la quale è stata effettuata una misurazione baseline ma i suoi effetti, in termini di miglioramento della sicurezza, non sono ancora stati valutati.
Pratica di Efficacia Non Provata, che è stata implementata e valutata, ma la cui valutazione comparativa tra il prima e il dopo non ha evidenziato miglioramenti.
Pratica Non Implementata, che non è stata ancora implementata; si tratta, ad esempio, di iniziative o idee in fase di sviluppo.
Pratica Non Valutata, che viene così classificata se è stata implementata, ma non è stata effettuata una misurazione baseline.
Sono online sul sito dell’Agenas i Programmi Operativi per la prosecuzione dei Piani di rientro, riferiti al triennio 2013 - 2015, validati congiuntamente dal Tavolo di verifica degli adempimenti regionali e dal Comitato permanente per la verifica dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), e adottati dalle Regioni Campania e Lazio.
Per la Campania si pubblicano i Programmi Operativi adottati con Decreto del Commissario ad Acta il 10/10/2014, in modificazione e integrazione di quelli approvati con DCA del 21/03/2014.
La programmazione, tra l’altro, recepisce le osservazioni e le risultanze scaturite dal Tavolo e Comitato di verifica del 10 aprile 2014 riguardanti: 1) l’Area governo di sistema; 2) Razionalizzazione dei fattori produttivi; 3) LEA.
Per il Lazio si pubblicano i Programmi Operativi adottati con decreto del Commissario ad Acta il 25 luglio 2014 (in sostituzione di quelli approvati il 6 dicembre 2013 e privi della sottoscrizione dei subcommissari protempore uscenti) e conformi alle osservazioni del Tavolo e del Comitato, formulate nelle sedute del 15 aprile e dell’8 luglio 2014.
Sono online sul sito dell’Agenas i Programmi Operativi per la prosecuzione dei Piani di rientro, riferiti al triennio 2013 - 2015, validati congiuntamente dal Tavolo di verifica degli adempimenti regionali e dal Comitato permanente per la verifica dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), e adottati dalle Regioni Campania e Lazio.
Per la Campania si pubblicano i Programmi Operativi adottati con Decreto del Commissario ad Acta il 10/10/2014, in modificazione e integrazione di quelli approvati con DCA del 21/03/2014.
La programmazione, tra l’altro, recepisce le osservazioni e le risultanze scaturite dal Tavolo e Comitato di verifica del 10 aprile 2014 riguardanti: 1) l’Area governo di sistema; 2) Razionalizzazione dei fattori produttivi; 3) LEA.
Per il Lazio si pubblicano i Programmi Operativi adottati con decreto del Commissario ad Acta il 25 luglio 2014 (in sostituzione di quelli approvati il 6 dicembre 2013 e privi della sottoscrizione dei subcommissari protempore uscenti) e conformi alle osservazioni del Tavolo e del Comitato, formulate nelle sedute del 15 aprile e dell’8 luglio 2014.
È in programma per il 18 e 19 dicembre presso l’Auditorium Antonianum di Roma, la Conferenza Nazionale dei Dispositivi Medici, sotto la direzione scientifica della Direzione Farmaci e Dispositivi Medici del Ministero della Salute. Appuntamento istituzionale, ormai giunto alla sua settima edizione, la Conferenza chiama, a distanza di un anno, tutti gli operatori del settore a confrontarsi sui diversi e complessi aspetti tecnico-normativi, che tratteggeranno il settore dei medical device nei prossimi anni.
La Conferenza, strutturata in due giornate, prevede sessioni e workshop di approfondimento ai quali saranno chiamati ad intervenire tutti gli attori del sistema: Ministero della Salute, rappresentanti regionali, esperti, nazionali ed europei, provenienti da altre istituzioni e dal mondo universitario e industriale.
Nel merito la dott.ssa Marina Cerbo, Direttrice dell’Area Innovazione, sperimentazione e sviluppo – HTA/HS di Agenas ha rilasciato un’intervista a Quotidiano Sanità che uscirà, per l’occasione, in edizione speciale e verrà distribuito in formato cartaceo nel corso della Conferenza.
Pubblichiamo, di seguito, il contributo della dottoressa Cerbo.
“Può descrivere brevemente l’esperienza del network nazionale di HTA del suo Paese?
Nel 2009, su iniziativa di alcune regioni l’Agenzia ha promosso la creazione della RIHTA (Rete Interregionale per la valutazione sistematica delle tecnologie sanitarie – HTA) mediante un accordo di collaborazione ex art.15 della legge 7/8/1990 n.142. La rete ha un Comitato di coordinamento composto dai referenti individuati dalle regioni e si articola in gruppi di lavoro coordinati da Agenas dedicati alle tematiche individuate dal Comitato.
Dal 2010 sono iniziate le attività collaborative RIHTA focalizzate inizialmente alla formazione e successivamente all’individuazione e valutazione delle tecnologie sanitarie, ponendosi Agenas come interfaccia di collaborazione tra Regioni e Ministero, tra Regioni, tra Regioni e network internazionali. Tali attività hanno portato alla predisposizione di un Forum ad accesso riservato dei partecipanti e di un ambiente virtuale di collaborazione (entrambi accessibili attraverso il sito dell’Agenzia e individuati da un apposito logo) e allo sviluppo di procedure condivise per la produzione di report di Health Technology Assessment e di Horizon Scanning. Le attività valutative sono state sostenute da apposite convenzioni con le Regioni di volta in volta interessate e da finanziamenti Agenas.
Parallelamente il network si è fatto promotore di progetti di ricerca correlati a temi di interesse per l’HTA (ad es. HR& I Transfer-Health Research and Innovation Transfer, MIDDIR – Methods of Investment and Disinvestment) finanziati dal Ministero della Salute. Ciò ha portato ad uno sviluppo sinergico del coinvolgimento delle Regioni e del Ministero nella produzione di documenti HTA e di Horizon Scanning nazionali - sito Agenas - HTA (LINK).
Quali sono i punti di forza di questa struttura?
L’organizzazione della RIHTA ha consentito l’aggregazione intorno all’Agenzia nazionale della comunità che si occupa di Health Technology Assessment, in particolare dei dispositivi medici, con una facilitazione degli scambi di informazione e un incremento della capacità produttiva derivante sia dal sistema di definizione del fabbisogno valutativo (le Regioni possono segnalare le tecnologie che necessitano di valutazione nei loro rispettivi contesti) sia dalla condivisione di risorse professionali esperte. Inoltre, è stato possibile individuare con il Ministero della Salute e le Regioni una procedura trasparente di collaborazione.
Quali sono le aree di miglioramento?
In ambito scientifico c’è sempre spazio per il miglioramento, per l’affinamento delle metodologie, per l’incremento dell’efficienza nella valutazione, in generale, per migliorare la qualità dei prodotti. Nel nostro contesto, negli ultimi anni lo sviluppo della consapevolezza dell’utilità dell’HTA a supporto delle decisioni ai diversi livelli del SSN ha comportato lo sviluppo di molteplici diverse esperienze. La condivisione e la trasferibilità delle migliori esperienze, che rappresentano una ricchezza per SSN, rappresenta un’area di miglioramento insieme alla promozione della partecipazione delle associazioni dei cittadini/pazienti al processo valutativo, tuttora poco sviluppata in Italia. È necessario quindi, sulla base di quanto costruito sinora da parte dei diversi attori, perseguire un’architettura di sistema in grado di garantire, per un verso, tempestività e qualità robusta delle valutazioni e, per l’altro, l’integrazione dei relativi risultati nei processi decisionali, come per altro già avviene in talune realtà.
Quali sono i prossimi passi in materia di HTA delle vostre agenzie?
Il Patto per la salute 2014-2016 prevede all’articolo 26 la “Creazione di un modello istituzionale di HTA dei dispositivi medici” al fine di promuovere l’uso appropriato di dispositivi costo-efficaci.
In particolare al Ministero della Salute sono affidati i compiti di:
garantire un’azione coordinata dei livelli nazionale, regionali e delle aziende accreditate per il governo dei consumi dei dispositivi medici mediante l’istituzione di una “Cabina di regia” con il coinvolgimento di Agenas, Aifa e Regioni per definire le priorità;
fornire elementi utili per le indicazioni dei capitolati di gara;
fornire elementi per la classificazione dei dispositivi medici in categorie omogenee e per individuare prezzi di riferimento;
promuovere la creazione del Programma Nazionale HTA dei dispositivi medici, attraverso il coordinamento di Agenas, fondato sulla creazione di una rete nazionale di collaborazione tra Regioni per la definizione e l’utilizzo di strumenti per il governo dei dispositivi medici e dell’HTA.
L’Agenzia è quindi chiamata, oltre che a partecipare alla “Cabina di Regia”, a coordinare il Programma nazionale HTA dei dispositivi medici fondato sulla creazione di una rete nazionale di collaborazione tra Regioni per la definizione e l’utilizzo di strumenti per il governo dei dispositivi medici e dell’HTA, rispetto al quale spetta al Ministero della Salute un’azione di promozione.
Le previsioni del Patto in questa materia, che si collocano trasversalmente nell’ambito più ampio degli interventi strutturali volti a garantire efficacia, efficienza e qualità dei servizi sanitari, mirano a stabilizzare le funzioni di valutazione delle tecnologie sanitarie (HTA) creando uno specifico “modello istituzionale di HTA dei dispositivi medici”.
A questo proposito l’Agenzia, avvalendosi anche delle collaborazioni ai network internazionali (EUnetHTA, EUROSCAN), ha da tempo messo a punto metodologie che affrontano la valutazione delle tecnologie rispetto ai diversi momenti del loro ciclo di vita:
a) in fase di pre-commercializzazione, (horizon scanning, early awareness system);
b) in fase di utilizzo sperimentale, o limitato (horizon scanning, early assessment);
d) in fase di adozione diffusa (assessment).
L’attuazione dell’art. 26 del Patto rappresenta quindi un importante occasione di sviluppo istituzionale da attuarsi secondo una strategia condivisa e sostenibile che può trovare un’utile premessa nella RIHTA, Rete interregionale per l’HTA, nell’esperienza maturata da Agenas, nelle esperienze maturate a livello internazionale, attualizzando e formalizzando i vari aspetti che necessitano di una nuova focalizzazione nell’attuale contesto.
Inoltre, riguardo agli strumenti di governo nel settore dei dispositivi medici, occorrerà condividere a livello istituzionale le modalità di utilizzo delle valutazioni nelle diverse tipologie di decisioni che variano da: inclusione/esclusione prestazioni dai Lea, modalità di erogazione (ricovero, ambulatorio, domicilio), destinatari (gruppi pazienti/condizioni cliniche), scelta del profilo di cura (appropriatezza), forme di remunerazione (tariffe, extra-tariffe), distribuzione tecnologie (fabbisogno, programmazione, organizzazione), investimenti/disinvestimenti, fino all’individuazione di aree di ricerca/strumenti di sorveglianza (generazione di evidenze, monitoraggio mediante registri).
Quali sono i livelli di interazione reali e previsti tra le varie strutture che in Europa si occupano di HTA?
L’Agenzia ha aderito ai network EUROSCAN (www.euroscan.org.uk network delle agenzie che si occupano di Horizon Scanning e sistemi di allerta precoce sulle tecnologie emergenti) INAHTA (www.inahta.org network delle istituzioni attive nell’HTA a livello mondiale) ed EUnetHTA (www.eunethta.eu). Quest’ultimo rappresenta dal 2013 il “braccio tecnico-scientifico” dell’HTA Network permanente istituito dalla Commissione Europea (DG SANCO) in attuazione dell’articolo 15 della direttiva comunitaria 24/2011 sull’assistenza sanitaria transfrontaliera e raccoglie le adesioni di circa 34 istituzioni europee di HTA di 28 Paesi (www.eunethta.eu).
Il livello di interazione tra istituzioni che si occupano di HTA in Europa è aumentato esponenzialmente con lo sviluppo del Network EUnetHTA, cosicché è possibile un’attività dinamica di trasferimento di best practice dal livello internazionale a quello nazionale, uno scambio di informazioni tempestivo su tecnologie di interesse con l’opportunità di aumentare la disponibilità di valutazioni per il Servizio sanitario nazionale, un confronto continuo sugli approcci metodologici alla valutazione delle nuove tecnologie che si affacciano sul mercato europeo.
Alcune metodologie sono già adottate dall’Agenzia nel lavoro di routine, come l’organizzazione di gruppi per domini di valutazione (efficacia, sicurezza, sociale, ecc.), la consultazione dei partner europei circa i progetti di valutazione programmati o in corso preliminarmente alla prioritarizzazione delle tecnologie, in modo da evitare duplicazioni; l’adattamento di report prodotti da altre agenzie al contesto italiano, per incrementare la disponibilità di valutazioni.
È in programma per il 18 e 19 dicembre presso l’Auditorium Antonianum di Roma, la Conferenza Nazionale dei Dispositivi Medici, sotto la direzione scientifica della Direzione Farmaci e Dispositivi Medici del Ministero della Salute. Appuntamento istituzionale, ormai giunto alla sua settima edizione, la Conferenza chiama, a distanza di un anno, tutti gli operatori del settore a confrontarsi sui diversi e complessi aspetti tecnico-normativi, che tratteggeranno il settore dei medical device nei prossimi anni.
La Conferenza, strutturata in due giornate, prevede sessioni e workshop di approfondimento ai quali saranno chiamati ad intervenire tutti gli attori del sistema: Ministero della Salute, rappresentanti regionali, esperti, nazionali ed europei, provenienti da altre istituzioni e dal mondo universitario e industriale.
Nel merito la dott.ssa Marina Cerbo, Direttrice dell’Area Innovazione, sperimentazione e sviluppo – HTA/HS di Agenas ha rilasciato un’intervista a Quotidiano Sanità che uscirà, per l’occasione, in edizione speciale e verrà distribuito in formato cartaceo nel corso della Conferenza.
Pubblichiamo, di seguito, il contributo della dottoressa Cerbo.
“Può descrivere brevemente l’esperienza del network nazionale di HTA del suo Paese?
Nel 2009, su iniziativa di alcune regioni l’Agenzia ha promosso la creazione della RIHTA (Rete Interregionale per la valutazione sistematica delle tecnologie sanitarie – HTA) mediante un accordo di collaborazione ex art.15 della legge 7/8/1990 n.142. La rete ha un Comitato di coordinamento composto dai referenti individuati dalle regioni e si articola in gruppi di lavoro coordinati da Agenas dedicati alle tematiche individuate dal Comitato.
Dal 2010 sono iniziate le attività collaborative RIHTA focalizzate inizialmente alla formazione e successivamente all’individuazione e valutazione delle tecnologie sanitarie, ponendosi Agenas come interfaccia di collaborazione tra Regioni e Ministero, tra Regioni, tra Regioni e network internazionali. Tali attività hanno portato alla predisposizione di un Forum ad accesso riservato dei partecipanti e di un ambiente virtuale di collaborazione (entrambi accessibili attraverso il sito dell’Agenzia e individuati da un apposito logo) e allo sviluppo di procedure condivise per la produzione di report di Health Technology Assessment e di Horizon Scanning. Le attività valutative sono state sostenute da apposite convenzioni con le Regioni di volta in volta interessate e da finanziamenti Agenas.
Parallelamente il network si è fatto promotore di progetti di ricerca correlati a temi di interesse per l’HTA (ad es. HR& I Transfer-Health Research and Innovation Transfer, MIDDIR – Methods of Investment and Disinvestment) finanziati dal Ministero della Salute. Ciò ha portato ad uno sviluppo sinergico del coinvolgimento delle Regioni e del Ministero nella produzione di documenti HTA e di Horizon Scanning nazionali - sito Agenas - HTA (LINK).
Quali sono i punti di forza di questa struttura?
L’organizzazione della RIHTA ha consentito l’aggregazione intorno all’Agenzia nazionale della comunità che si occupa di Health Technology Assessment, in particolare dei dispositivi medici, con una facilitazione degli scambi di informazione e un incremento della capacità produttiva derivante sia dal sistema di definizione del fabbisogno valutativo (le Regioni possono segnalare le tecnologie che necessitano di valutazione nei loro rispettivi contesti) sia dalla condivisione di risorse professionali esperte. Inoltre, è stato possibile individuare con il Ministero della Salute e le Regioni una procedura trasparente di collaborazione.
Quali sono le aree di miglioramento?
In ambito scientifico c’è sempre spazio per il miglioramento, per l’affinamento delle metodologie, per l’incremento dell’efficienza nella valutazione, in generale, per migliorare la qualità dei prodotti. Nel nostro contesto, negli ultimi anni lo sviluppo della consapevolezza dell’utilità dell’HTA a supporto delle decisioni ai diversi livelli del SSN ha comportato lo sviluppo di molteplici diverse esperienze. La condivisione e la trasferibilità delle migliori esperienze, che rappresentano una ricchezza per SSN, rappresenta un’area di miglioramento insieme alla promozione della partecipazione delle associazioni dei cittadini/pazienti al processo valutativo, tuttora poco sviluppata in Italia. È necessario quindi, sulla base di quanto costruito sinora da parte dei diversi attori, perseguire un’architettura di sistema in grado di garantire, per un verso, tempestività e qualità robusta delle valutazioni e, per l’altro, l’integrazione dei relativi risultati nei processi decisionali, come per altro già avviene in talune realtà.
Quali sono i prossimi passi in materia di HTA delle vostre agenzie?
Il Patto per la salute 2014-2016 prevede all’articolo 26 la “Creazione di un modello istituzionale di HTA dei dispositivi medici” al fine di promuovere l’uso appropriato di dispositivi costo-efficaci.
In particolare al Ministero della Salute sono affidati i compiti di:
garantire un’azione coordinata dei livelli nazionale, regionali e delle aziende accreditate per il governo dei consumi dei dispositivi medici mediante l’istituzione di una “Cabina di regia” con il coinvolgimento di Agenas, Aifa e Regioni per definire le priorità;
fornire elementi utili per le indicazioni dei capitolati di gara;
fornire elementi per la classificazione dei dispositivi medici in categorie omogenee e per individuare prezzi di riferimento;
promuovere la creazione del Programma Nazionale HTA dei dispositivi medici, attraverso il coordinamento di Agenas, fondato sulla creazione di una rete nazionale di collaborazione tra Regioni per la definizione e l’utilizzo di strumenti per il governo dei dispositivi medici e dell’HTA.
L’Agenzia è quindi chiamata, oltre che a partecipare alla “Cabina di Regia”, a coordinare il Programma nazionale HTA dei dispositivi medici fondato sulla creazione di una rete nazionale di collaborazione tra Regioni per la definizione e l’utilizzo di strumenti per il governo dei dispositivi medici e dell’HTA, rispetto al quale spetta al Ministero della Salute un’azione di promozione.
Le previsioni del Patto in questa materia, che si collocano trasversalmente nell’ambito più ampio degli interventi strutturali volti a garantire efficacia, efficienza e qualità dei servizi sanitari, mirano a stabilizzare le funzioni di valutazione delle tecnologie sanitarie (HTA) creando uno specifico “modello istituzionale di HTA dei dispositivi medici”.
A questo proposito l’Agenzia, avvalendosi anche delle collaborazioni ai network internazionali (EUnetHTA, EUROSCAN), ha da tempo messo a punto metodologie che affrontano la valutazione delle tecnologie rispetto ai diversi momenti del loro ciclo di vita:
a) in fase di pre-commercializzazione, (horizon scanning, early awareness system);
b) in fase di utilizzo sperimentale, o limitato (horizon scanning, early assessment);
d) in fase di adozione diffusa (assessment).
L’attuazione dell’art. 26 del Patto rappresenta quindi un importante occasione di sviluppo istituzionale da attuarsi secondo una strategia condivisa e sostenibile che può trovare un’utile premessa nella RIHTA, Rete interregionale per l’HTA, nell’esperienza maturata da Agenas, nelle esperienze maturate a livello internazionale, attualizzando e formalizzando i vari aspetti che necessitano di una nuova focalizzazione nell’attuale contesto.
Inoltre, riguardo agli strumenti di governo nel settore dei dispositivi medici, occorrerà condividere a livello istituzionale le modalità di utilizzo delle valutazioni nelle diverse tipologie di decisioni che variano da: inclusione/esclusione prestazioni dai Lea, modalità di erogazione (ricovero, ambulatorio, domicilio), destinatari (gruppi pazienti/condizioni cliniche), scelta del profilo di cura (appropriatezza), forme di remunerazione (tariffe, extra-tariffe), distribuzione tecnologie (fabbisogno, programmazione, organizzazione), investimenti/disinvestimenti, fino all’individuazione di aree di ricerca/strumenti di sorveglianza (generazione di evidenze, monitoraggio mediante registri).
Quali sono i livelli di interazione reali e previsti tra le varie strutture che in Europa si occupano di HTA?
L’Agenzia ha aderito ai network EUROSCAN (www.euroscan.org.uk network delle agenzie che si occupano di Horizon Scanning e sistemi di allerta precoce sulle tecnologie emergenti) INAHTA (www.inahta.org network delle istituzioni attive nell’HTA a livello mondiale) ed EUnetHTA (www.eunethta.eu). Quest’ultimo rappresenta dal 2013 il “braccio tecnico-scientifico” dell’HTA Network permanente istituito dalla Commissione Europea (DG SANCO) in attuazione dell’articolo 15 della direttiva comunitaria 24/2011 sull’assistenza sanitaria transfrontaliera e raccoglie le adesioni di circa 34 istituzioni europee di HTA di 28 Paesi (www.eunethta.eu).
Il livello di interazione tra istituzioni che si occupano di HTA in Europa è aumentato esponenzialmente con lo sviluppo del Network EUnetHTA, cosicché è possibile un’attività dinamica di trasferimento di best practice dal livello internazionale a quello nazionale, uno scambio di informazioni tempestivo su tecnologie di interesse con l’opportunità di aumentare la disponibilità di valutazioni per il Servizio sanitario nazionale, un confronto continuo sugli approcci metodologici alla valutazione delle nuove tecnologie che si affacciano sul mercato europeo.
Alcune metodologie sono già adottate dall’Agenzia nel lavoro di routine, come l’organizzazione di gruppi per domini di valutazione (efficacia, sicurezza, sociale, ecc.), la consultazione dei partner europei circa i progetti di valutazione programmati o in corso preliminarmente alla prioritarizzazione delle tecnologie, in modo da evitare duplicazioni; l’adattamento di report prodotti da altre agenzie al contesto italiano, per incrementare la disponibilità di valutazioni.
Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento, il 16 dicembre presso l’Auditorium del Ministero della Salute, con la presentazione del volume “SIC Sanità in Cifre”, a cura del Centro Studi SIC di FederAnziani, in collaborazione con il CEIS di Tor Vergata, la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Dipartimento clinico-sperimentale di Medicina e Farmacologia dell’Università di Messina e la Luiss Business School.
Nel corso dell’evento si svolgerà, inoltre, la cerimonia di conferimento del premio FederAnziani “60 e più”, destinato a valorizzare le eccellenze in campo sanitario, con uno sguardo particolare alla sensibilità dimostrata verso il mondo dei pazienti “over 60”, e a premiare gli esponenti del mondo della ricerca, delle istituzioni, dell’associazionismo, dell’impresa, che si siano distinti per il contributo offerto al miglioramento della salute e della qualità della vita delle persone anziane.
Quest’anno hanno ottenuto il riconoscimento: Francesco Bevere, Direttore Generale Agenas; Flavia Franconi, Assessore alla Salute Regione Basilicata; Massimo Garavaglia, Assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione, Regione Lombardia; Roberto Iadicicco, Direttore responsabile AGI; Joop van Griensven, President PAE (Pain Alliance Europe); Dario Grisillo, Segretario Provinciale Fimmg Arezzo; Raniero Guerra, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria; Massimo Magi, Segretario Regionale Fimmg Marche; Alessandra Marengoni, Geriatra, Università di Brescia; Vincenzo Mirone, Segretario Generale SIU - Società Italiana di Urologia; Alessandro Monaco, Agenzia Italiana del Farmaco; Fabio Rizzi, Presidente III Commissione Sanità e Politiche Sociali Regione Lombardia; Silvestro Scotti, Vice Segretario Nazionale Vicario Fimmg; Roberto Venesia, Segretario Regionale Fimmg Piemonte.
Si rinforza, così, il sodalizio fra Agenas e FederAnziani che ha visto la partecipazione dell’Agenzia, tra gli ospiti istituzionali, al Congresso della Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute che si è svolto dal 21 al 23 novembre al Palacongressi di Rimini. L’iniziativa, organizzata da FederAnziani, la Federazione delle associazioni della terza età, in collaborazione con la FIMMG, la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, ha riunito più di 7000 persone tra medici e pazienti, cittadini ed esperti.
Obiettivo del Congresso, giunto alla sua terza edizione, è stato quello di esaminare le principali criticità del SSN dal punto di vista dei pazienti e di fornire risposte concrete e sostenibili all’offerta sanitaria, sempre più rivolta agli over 65, che rappresentano ormai il 21% della popolazione italiana. “Il nostro Paese è secondo al mondo dopo il Giappone, per la longevità della popolazione. È un risultato che non può che farci felici perché, con il loro bagaglio di esperienza, gli anziani sono una risorsa per la nostra società… Oggi l’invecchiamento della popolazione ci impone di ripensare alla qualità della sanità e soprattutto al paziente e a quella che sarà la nostra società nei prossimi 20-30 anni: una società con più persone anziane, che avrà bisogno di un modo diverso di concepire l’assistenza sanitaria”. Queste le dichiarazioni del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, Presidente Onorario del Congresso, a cui, nella giornata conclusiva sono state consegnate una serie di proposte, elaborate da quindici commissioni tecniche, organizzate per aree terapeutiche e composte da rappresentanti delle principali società medico scientifiche, della FIMMG, di Federfarma, e da tecnici della sanità. “Il Congresso, con la sua articolazione in aree tematiche, i lavori dei dipartimenti, i contributi dei rappresentanti delle associazioni dei pazienti e delle società medico-scientifiche, la presenza delle Istituzioni, i tavoli tecnici e la condivisione dei risultati con i delegati FederAnziani è un’esperienza che si è già in passato rivelata formativa e stimolante per tutti gli attori coinvolti”, afferma il Presidente del Congresso, Sergio Pecorelli.
Tra le proposte, la possibilità di creare un coordinamento composto da medici, avvocati, Direttori generali delle ASL, Ministero della Salute e pazienti al fine di analizzare i diversi modelli di consenso informato ed elaborarne, per ogni area e prestazione che richieda il consenso, un unico format da adottare in tutta l’Italia.
L’iniziativa è stata presentata al Ministro Lorenzin con la consegna simbolica di un volume, di oltre trecento pagine, che raccoglie tutti i modelli di consenso informato esistenti in Italia, diversi gli uni dagli altri.
Significativa, inoltre, la realizzazione di un dispositivo medico, presentato durante il Congresso, che consente di effettuare indagini diagnostiche di primo livello, come l’elettrocardiogramma, l’analisi del sangue, la spirometria, l’ecografia, il doppler, direttamente negli studi dei Medici di medicina generale, con un notevole risparmio di tempo e di risorse per i cittadini e per il SSN. “Finalmente è partita la nostra mutua - dice Roberto Messina, presidente di FederAnziani - che ci aiuterà ad evitare code, liste d’attesa, spreco di tempo e denaro per ottenere le diagnosi di primo livello. In Italia ogni anno vengono erogate 1,3 miliardi circa di prestazioni sanitarie e indagini diagnostiche e l’87% di queste ha esito negativo, mentre soltanto il 13% delle persone che si sono sottoposte a tali indagini ha bisogno di cure specialistiche.”
Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento, il 16 dicembre presso l’Auditorium del Ministero della Salute, con la presentazione del volume “SIC Sanità in Cifre”, a cura del Centro Studi SIC di FederAnziani, in collaborazione con il CEIS di Tor Vergata, la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Dipartimento clinico-sperimentale di Medicina e Farmacologia dell’Università di Messina e la Luiss Business School.
Nel corso dell’evento si svolgerà, inoltre, la cerimonia di conferimento del premio FederAnziani “60 e più”, destinato a valorizzare le eccellenze in campo sanitario, con uno sguardo particolare alla sensibilità dimostrata verso il mondo dei pazienti “over 60”, e a premiare gli esponenti del mondo della ricerca, delle istituzioni, dell’associazionismo, dell’impresa, che si siano distinti per il contributo offerto al miglioramento della salute e della qualità della vita delle persone anziane.
Quest’anno hanno ottenuto il riconoscimento: Francesco Bevere, Direttore Generale Agenas; Flavia Franconi, Assessore alla Salute Regione Basilicata; Massimo Garavaglia, Assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione, Regione Lombardia; Roberto Iadicicco, Direttore responsabile AGI; Joop van Griensven, President PAE (Pain Alliance Europe); Dario Grisillo, Segretario Provinciale Fimmg Arezzo; Raniero Guerra, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria; Massimo Magi, Segretario Regionale Fimmg Marche; Alessandra Marengoni, Geriatra, Università di Brescia; Vincenzo Mirone, Segretario Generale SIU - Società Italiana di Urologia; Alessandro Monaco, Agenzia Italiana del Farmaco; Fabio Rizzi, Presidente III Commissione Sanità e Politiche Sociali Regione Lombardia; Silvestro Scotti, Vice Segretario Nazionale Vicario Fimmg; Roberto Venesia, Segretario Regionale Fimmg Piemonte.
Si rinforza, così, il sodalizio fra Agenas e FederAnziani che ha visto la partecipazione dell’Agenzia, tra gli ospiti istituzionali, al Congresso della Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute che si è svolto dal 21 al 23 novembre al Palacongressi di Rimini. L’iniziativa, organizzata da FederAnziani, la Federazione delle associazioni della terza età, in collaborazione con la FIMMG, la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, ha riunito più di 7000 persone tra medici e pazienti, cittadini ed esperti.
Obiettivo del Congresso, giunto alla sua terza edizione, è stato quello di esaminare le principali criticità del SSN dal punto di vista dei pazienti e di fornire risposte concrete e sostenibili all’offerta sanitaria, sempre più rivolta agli over 65, che rappresentano ormai il 21% della popolazione italiana. “Il nostro Paese è secondo al mondo dopo il Giappone, per la longevità della popolazione. È un risultato che non può che farci felici perché, con il loro bagaglio di esperienza, gli anziani sono una risorsa per la nostra società… Oggi l’invecchiamento della popolazione ci impone di ripensare alla qualità della sanità e soprattutto al paziente e a quella che sarà la nostra società nei prossimi 20-30 anni: una società con più persone anziane, che avrà bisogno di un modo diverso di concepire l’assistenza sanitaria”. Queste le dichiarazioni del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, Presidente Onorario del Congresso, a cui, nella giornata conclusiva sono state consegnate una serie di proposte, elaborate da quindici commissioni tecniche, organizzate per aree terapeutiche e composte da rappresentanti delle principali società medico scientifiche, della FIMMG, di Federfarma, e da tecnici della sanità. “Il Congresso, con la sua articolazione in aree tematiche, i lavori dei dipartimenti, i contributi dei rappresentanti delle associazioni dei pazienti e delle società medico-scientifiche, la presenza delle Istituzioni, i tavoli tecnici e la condivisione dei risultati con i delegati FederAnziani è un’esperienza che si è già in passato rivelata formativa e stimolante per tutti gli attori coinvolti”, afferma il Presidente del Congresso, Sergio Pecorelli.
Tra le proposte, la possibilità di creare un coordinamento composto da medici, avvocati, Direttori generali delle ASL, Ministero della Salute e pazienti al fine di analizzare i diversi modelli di consenso informato ed elaborarne, per ogni area e prestazione che richieda il consenso, un unico format da adottare in tutta l’Italia.
L’iniziativa è stata presentata al Ministro Lorenzin con la consegna simbolica di un volume, di oltre trecento pagine, che raccoglie tutti i modelli di consenso informato esistenti in Italia, diversi gli uni dagli altri.
Significativa, inoltre, la realizzazione di un dispositivo medico, presentato durante il Congresso, che consente di effettuare indagini diagnostiche di primo livello, come l’elettrocardiogramma, l’analisi del sangue, la spirometria, l’ecografia, il doppler, direttamente negli studi dei Medici di medicina generale, con un notevole risparmio di tempo e di risorse per i cittadini e per il SSN. “Finalmente è partita la nostra mutua - dice Roberto Messina, presidente di FederAnziani - che ci aiuterà ad evitare code, liste d’attesa, spreco di tempo e denaro per ottenere le diagnosi di primo livello. In Italia ogni anno vengono erogate 1,3 miliardi circa di prestazioni sanitarie e indagini diagnostiche e l’87% di queste ha esito negativo, mentre soltanto il 13% delle persone che si sono sottoposte a tali indagini ha bisogno di cure specialistiche.”
L’oncologia costituisce una delle priorità delle politiche sanitarie nazionali, anche in ragione dell’alta incidenza e della prevalenza dei tumori in Italia. Negli anni più recenti si sono susseguite iniziative, a livello centrale e con il continuo coinvolgimento delle Regioni e delle PA, per il supporto e l’implementazione di setting assistenziali per l’oncologia, progettati secondo modelli reticolari, al fine di promuovere continuità e integrazione nella presa in carico del paziente oncologico. In particolare, le linee guida generali rivolte alla promozione, da parte delle Regioni, delle modalità organizzative e operative contro i tumori nel nostro Paese sono identificabili nell’Intesa Stato-Regioni del 10/02/2011, che recepiva il “Documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro per gli anni 2011-2013”; in un momento successivo l’attenzione si è rivolta alla promozione della Rete nazionale per i tumori rari, con l’Intesa Stato-Regioni del 22/11/2012. Tale processo, mosso dall’intenzione e dalla necessità di fornire alle Regioni/PA strumenti di supporto e di individuare materiali e metodi per il monitoraggio e la valutazione a vari livelli, è approdato di recente all’Intesa Stato-Regioni del 30/10/2014 che, individuando un documento di riferimento per l’implementazione delle reti oncologiche regionali (Guida per le reti), sottolinea la necessità di monitorare e valutare la realizzazione di quanto previsto e sollecitato in precedenza, in particolare in riferimento all’attuazione delle Reti Oncologiche Regionali.
A tal fine Agenas ha avviato un monitoraggio sullo stato di attuazione delle reti oncologiche regionali, utilizzando come strumento di raccolta dati un questionario compilabile online, disponibile all’indirizzo web osservatorioretioncologiche.agenas.it (LINK) rivolto ai responsabili di reti oncologiche regionali e ai referenti designati dagli Assessorati regionali.
L’indagine si svolge nell’ambito del Programma CCM 2013 - Azioni centrali “Definire strumenti a supporto della implementazione delle reti regionali”, in cui l’Agenzia è Unità operativa, con il supporto del Ministero della Salute e insieme alla Regione Toscana - Istituto Toscano Tumori, capofila del Progetto.
Il questionario affronta i temi dell’istituzionalizzazione della rete oncologica e della sua operatività e si articola nelle seguenti sezioni: Anagrafica della rete, Obiettivi/Risultati della rete, Modello organizzativo-gestionale, Continuità e integrazione, Finanziamenti/Sostenibilità, Monitoraggio e valutazione, Comunicazione, Formazione e ricerca. La rilevazione si caratterizza, inoltre, per un’attenzione ai temi dell’Assistenza transfrontaliera, della gestione dei tumori rari e dell’onco-ematologia pediatrica. L’indagine, al termine della quale saranno programmati incontri di approfondimento e confronto, ha le finalità di:
definire un preliminare quadro descrittivo delle governance nelle reti oncologiche regionali;
avviare il processo per la realizzazione di strumenti di supporto per il monitoraggio e la valutazione degli interventi di attuazione delle Reti Oncologiche Regionali, secondo una metodologia fondata sul coinvolgimento dei referenti regionali e degli esperti direttamente interessati nel processo di costituzione e di implementazione delle reti.
Sarà possibile accedere al questionario attraverso credenziali che Agenas invierà ai responsabili/referenti indicati dagli Assessorati regionali.
È disponibile la casella e-mail retioncologiche@agenas.it alla quale far pervenire segnalazioni di errori, suggerimenti o richieste di chiarimenti.
L’indagine si concluderà il prossimo18 gennaio 2015.
Si è svolta, presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, l’audizione del dott. Francesco Bevere - Direttore Generale di Agenas, sulla “Sostenibilità del Servizio sanitario nazionale con particolare riferimento alla garanzia dei principi di universalità, solidarietà ed equità”. Per il Direttore di Agenas "è necessario analizzare più approfonditamente le conseguenze dei successi prodotti dal risanamento dei conti della sanità, poiché non sempre ad essi corrispondono analoghi miglioramenti sul fronte della riqualificazione e dell'offerta dei servizi alla persona". Nel corso dell'audizione ha ricordato che "il Rapporto della Corte dei Conti sulla sanità ha sottolineato il rischio di una riduzione delle cure in alcune regioni per effetto dei piani di rientro." Infatti, se pure la Corte ha "confermato gli effetti positivi del percorso di risanamento dei conti, il punto di debolezza del sistema rimane ancora oggi quello della disomogeneità sul territorio degli interventi di riqualificazione dei servizi di assistenza sanitaria". Il Direttore Generale di Agenas ha, inoltre, sottolineato come, secondo l'ultimo rapporto Ocse, il nostro Paese "abbia migliorato la qualità dell’assistenza sanitaria negli ultimi decenni, anche se restano da affrontare molti nodi e sicuramente il più importante è quello della sostenibilità del sistema e, quindi, della sua stessa sopravvivenza". "La sostenibilità in sanità - ha proseguito - oltre a fattori strettamente economici, ne comprende altri, tra i quali la ricerca e lo sviluppo scientifico e tecnologico; la crescita professionale degli operatori, l'innovazione dei sistemi informatici e di comunicazione; l'utilizzo etico ed appropriato delle risorse; l'attenzione alle fragilità ed alle disuguaglianze". A proposito dell’utilizzo etico delle risorse, Bevere ha illustrato quanto contenuto nel recente accordo tra Agenas e Autorità nazionale anticorruzione-Anac "per la realizzazione di una collaborazione di natura amministrativa finalizzata ad individuare e sperimentare modelli integrati di controllo interno per la gestione dei rischi collegati al governo delle aziende sanitarie, con specifico riferimento al raggiungimento degli obiettivi di trasparenza e legalità, attraverso il recupero dei valori di integrità e di etica professionale ed aziendale."
Le risposte alle questioni poste dalla sostenibilità del Ssn possono giungere dal nuovo Patto per la salute 2014-2016 che ha individuato "il quadro di riferimento per la sostenibilità del sistema ed ha definito il ruolo di Agenas, affidando all’Agenzia nuovi compiti ed un ruolo più forte ed incisivo in tema di monitoraggio, analisi e controllo. Nell’articolo 12, comma 7, il Patto per la salute prevede che Agenas realizzi un sistema di monitoraggio, analisi e controllo dell’andamento dei singoli Sistemi sanitari regionali, per consentire di rilevare in via preventiva, attraverso un apposito meccanismo di allerta, eventuali e significativi scostamenti delle performance delle Aziende sanitarie e dei Sistemi sanitari regionali, in termini di qualità, quantità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogati." Tagli e tetti di spesa, controlli stringenti sulle prestazioni, aumento delle compartecipazioni, ha specificato, sono "misure più o meno efficaci per garantire la sostenibilità finanziaria della spesa sanitaria nel breve periodo ma, da sole, non sono in grado di tenere sotto controllo adeguatamente i principali fattori di crescita della spesa nel lungo periodo; presentano, inoltre, rischi per quanto riguarda il mantenimento dei livelli di qualità e di equità dei sistemi sanitari regionali." "Eventuali ulteriori interventi di riduzione del finanziamento, in assenza di interventi finalizzati al recupero di inefficienze o inappropriatezze nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni - ha proseguito -si ripercuoterebbero sistematicamente sul volume, sui livelli, sulla qualità e sulla sicurezza delle cure, nonché sull’accesso ai servizi da parte dei cittadini, soprattutto di quelli più svantaggiati. Ulteriori riduzioni di risorse, in assenza di quei cambiamenti strutturali di cui accennavo sopra, non appaiono compatibili con la sostenibilità del sistema sanitario, già messo a dura prova dalle manovre dei precedenti governi. Anche le Regioni cosiddette ‘virtuose’ potrebbero avere seri problemi se non si rafforzano gli interventi volti al recupero delle risorse impiegate con modalità inappropriate ed inefficienti, entrando capillarmente nei livelli di complessità che caratterizzano ogni sistema sanitario locale".
"Potremo dirci pienamente soddisfatti - ha concluso Bevere - quando ci sarà la possibilità di documentare un corretto equilibrio tra l'efficienza delle risorse impiegate e i risultati ottenuti in termini di salute, alla luce dei bisogni emergenti della popolazione".
Il 12 gennaio 2015 è stato istituito un nuovo Albo degli espertie dei collaboratori dell’Agenzia che sostituisce il precedente. Tutte le informazioni relative all’istituzione del nuovo Albo e alle procedure da seguire per la presentazione della domanda sono contenute nella pagina del sito www.agenas.it/alboesperti
L’iscrizione all’Albo è rivolta a chi ha titoli e competenze nelle seguenti aree:
Area 1: Economico/Gestionale - Giuridico/Amministrativa e della Formazione manageriale
Area 2: Tecnico - Informatica
Area 3: Comunicazione
Area 4: Clinico/Organizzativa/Epidemiologica/Sociale
Area 5: Ricerca e dei Rapporti Internazionali
Il termine perentorio per completare l’iter amministrativo per la valida presentazione della domanda è fissato alle ore 18.00 del 6 febbraio 2015. Vi invitiamo quindi a visitare quanto prima il sito: www.agenas.it/alboesperti
È in uscita il numero 37 di Monitor, la rivista trimestrale di Agenas, che questa volta è interamente rivolto a fare il punto sulla situazione della sanità italiana e, più in generale, sul sistema di welfare in tempi di revisione della spesa. La necessità di una spending review in sanità è ormai, da più parti, considerata ineludibile, ma come e dove tagliare? Su questo terreno intervengono, sulla rivista, autorevoli esperti e rappresentanti delle istituzioni. Nell’editoriale di presentazione del numero Francesco Bevere, Direttore Generale di Agenas, illustra il ruolo che l’Agenzia ricopre, alla luce dell’accordo raggiunto nel Patto per la salute, nell’offrire supporto a Governo, Regioni e Aziende per individuare i settori nei quali intervenire per ridurre le spese e, al contempo, riqualificare il sistema.
Nel dossier Focus on il tema della revisione della spesa viene analizzato da diverse prospettive. Giuseppe Zuccatelli, Presidente di Agenas, ripercorre l’esperienza delle Regioni che, negli ultimi anni, hanno affrontato il difficile percorso dei piani di rientro, per ricavarne indicazioni utili nell’immediato futuro. Il punto di vista del Ministero della salute viene presentato in un’intervista a Renato Botti, Direttore generale della programmazione sanitaria, che introduce la variabile della produttività, il rapporto costi/ricavi, nei bilanci delle aziende sanitarie, un fattore, finora, poco applicato. Ma come influisce la revisione della spesa nelle Regioni, vere protagoniste della difficile operazione di far quadrare i conti? La loro voce è affidata a Stefano Caldoro, Presidente della Regione Campania, a Luigi Marroni Assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana e a Domenico Mantoan Direttore generale dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto.
Nella rubrica Idee e commentiFederico Spandonaro, Presidente di Crea sanità, propone un’analisi delle politiche di revisione della spesa sin qui attuate che consente di formulare proposte per “tenere insieme” efficienza dei servizi e la loro efficacia. Allargando lo sguardo alla situazione internazionale, nella rubrica Health World interviene Elio Borgonovi, Presidente di Cergas Bocconi per commentare i dati prodotti dal recente rapporto Ocse Health at a Glance che analizza la spesa per i sistemi di tutela della salute nei principali Paesi europei a partire dal 2000.
E infine, in Agenas on line, viene presentato, in questo numero di Monitor, il ruolo che l’Agenzia ha svolto, fin dal 2011, nelle attività del Ministero della salute e delle Regioni che hanno affrontato i temi della revisione della spesa e del riassetto organizzativo e strutturale della rete ospedaliera.