Non esiste una spiegazione univoca del valore anomalo assunto da un indicatore PNE. Il Programma Nazionale Esiti dà un segnale, un allarme, ma ogni situazione va verificata caso per caso.
Ad esempio un valore di mortalità molto più basso rispetto all’atteso può essere giustificato da motivi clinici, ma anche da caratteristiche della programmazione sanitaria locale o da errori di codifica delle informazioni utilizzate dal PNE per calcolo degli indicatori. Infatti PNE elabora i suoi risultati sulla base delle informazioni contenute nei flussi informativi, così come codificate dalla strutture ospedaliere. La validità dei risultati prodotti dipende quindi dalla qualità dei dati utilizzati per l’elaborazione. Per questo motivo il PNE ha dedicato sempre più spazio alle attività di audit sulla qualità dei dati.
Negli ultimi anni il potenziamento dell’audit ha permesso di individuare sia problemi di qualità dei dati, da cui la promozione di linee guida per la corretta codifica, sia di criticità nella qualità delle cure, da cui la promozione di audit clinico-organizzativi. Dal 2014 al 2015 il numero di audit effettuati è aumentato passando da 134 a 293.
Di seguito riportiamo un esempio di cosa può fare l’audit. In una struttura che registrava una mortalità molto alta, in seguito all’audit è emerso come il risultato anomalo era dovuto a un sistematico errore di codifica nei reparti di Geriatria, dove l’evento morte veniva codificato con diagnosi di infarto, senza che l’Infarto Miocardico Acuto (IMA) trovasse riscontro alcuno nella documentazione clinica.
Obiettivi PNE: attivita' di audit
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