È in corso di pubblicazione il Quaderno di Monitor sulla “Medicina difensiva - Un modello per valutare la sua diffusione e l’impatto”. Negli ultimi anni il fenomeno della cosiddetta “medicina difensiva”, intesa come l'insieme di atti e comportamenti posti in essere da chi esercita la professione sanitaria al fine di scongiurare possibili contenziosi da parte dei pazienti, ha assunto dimensioni tali da mettere a rischio la tenuta economica del Servizio sanitario nazionale, con intuibili ricadute negative sulla stessa assistenza sanitaria dei cittadini. Agenas da diverso tempo ha avviato una riflessione su questi temi, come capofila della ricerca Sperimentazione di un modello per la valutazione della diffusione della medicina difensiva e del relativo impatto economico che ha coinvolto, oltre all’Agenzia, il Ministero della Salute e le Regioni.

Nel Quaderno di Monitor in uscita nei prossimi giorni verranno presentati i risultati della ricerca, i dati sul fenomeno, le esperienze realizzate dalle Regioni che hanno partecipato alla ricerca, i commenti e le riflessioni di autorevoli esperti in materia clinica, organizzativa e legislativa, con l’obiettivo di inaugurare una stagione di confronto produttivo, di dibattito e di individuazione di possibili soluzioni. Si tratta di un atteggiamento diffuso, quello della medicina difensiva, che comporta un surplus di spesa sanitaria, non legata a finalità terapeutiche ma alla riduzione del rischio di contenzioso, che incide annualmente sul Fondo sanitario nazionale - secondo stime recenti del Ministero della Salute - per 10 miliardi di euro, una cifra pari al 10,5% del totale della spesa sanitaria, e allo 0,75% del PIL.

I dati dello studio Agenas parlano da soli: dall’indagine - effettuata su 1500 medici ospedalieri - si evidenzia come il 58% dei medici dichiara di praticare la medicina difensiva e per il 93% di essi il fenomeno è destinato ad aumentare. Ma lo studio dell’Agenzia va oltre e si interroga anche sulle cause della medicina difensiva: per il 31% degli intervistati  è colpa della legislazione sfavorevole per il medico, per il 28% è dovuto al rischio di essere citati in giudizio e per il 14% la motivazione di comportamenti che attengono alla medicina difensiva è da attribuire allo sbilanciamento del rapporto medico-paziente con eccessive richieste, pressioni e aspettative da parte del paziente e dei familiari. Infine, secondo gli intervistati, le soluzioni potenzialmente efficaci per ridurre il fenomeno sono, per il 49% quella di attenersi alle evidenze scientifiche e per il 47% quella di riformare le norme che disciplinano la responsabilità professionale.

Secondo le stime del Ministero, le voci di costi impropri più significative riguardano i farmaci per l'1,9% della spesa; le visite per l'1,7%; gli esami di laboratorio per lo 0,7%; gli esami strumentali per lo 0,8% e i ricoveri per il 4,6%. Anche per il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il fenomeno va affrontato con determinazione quando afferma: “Quello che più mi preoccupa è che il 93% dei medici ritengano che la medicina difensiva sia destinata ad aumentare. Per questo dobbiamo trovare delle soluzioni valide che garantiscano al  paziente di non ricevere una prestazione inadeguata, ma anche consentano al medico di poter attuare in serenità quelle azioni extra che salvano la vita e che fanno la differenza, tra chi ha l’estro geniale e chi non ce l’ha, il momento in cui si osa di più per salvare le vite.”

Per  dare risposte concrete al dilagare della medicina difensiva e definire norme ''stringenti'', per impedire gli eccessi e recuperare risorse finanziarie preziose, tanto più in tempi di crisi, il Ministro ha voluto fortemente l’istituzione, presso il Ministero della Salute - Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del servizio sanitario nazionale, della Commissione consultiva per le problematiche in materia di medicina difensiva e di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie. La Commissione consultiva avrà il compito di fornire al Ministero l’ausilio necessario per l’approfondimento di tali tematiche e l’individuazione di possibili soluzioni, anche normative.

L’intento di Agenas è che la pubblicazione del Quaderno di Monitor possa costituire un valido supporto al lavoro della Commissione per individuare soluzioni, anche normative, idonee ad offrire ai professionisti sanitari maggiore certezza in ordine ai profili di responsabilità professionale, ma anche, e soprattutto, per scongiurare che venga messo a repentaglio il rapporto di fiducia che deve intercorrere tra il paziente e il medico, con conseguente pregiudizio per la tutela della salute dei cittadini.

 

 

 

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